Vincere nello sport non è mai facile, ma nello sci lo è forse ancora meno: le variabili legate a pista, neve, luce, tracciati, materiali e numeri di partenza sono talmente tante che anche per i favoriti ogni gara è una scommessa. Eppure, gli eroi del presente, i numeri 1 Mikaela Shiffrin e Marcel Hirscher, vanno contro questa teoria, perché, semplicemente, sono troppo più forti degli altri. In quest'inizio di stagione, quattro vittorie per lei in quattro discipline diverse e tre per lui fra gigante e slalom, a stupire è stato soprattutto l'austriaco, perché dopo l'infortunio estivo, la frattura del malleolo il 17 agosto, si pensava che finalmente anche gli altri avrebbero avuto un po' di spazio dopo i sei inverni del suo dominio quasi assoluto. E invece L'annullamento della prima gara disertata da Hirscher è stato il segnale che anche quest'anno le cose dovevano girare in un certo verso, il suo. E dopo il passaggio a vuoto di Levi, 17° posto nello slalom, da fine novembre Marcel si è scatenato, mettendo in pista una cattiveria agonistica capace di fare la differenza, ovviando alla carenza di allenamento. Lo ricordo ai primi di ottobre, nervoso e inquieto il giorno dopo aver riprovato a calzare lo scarpone dopo quasi due mesi di sosta, di cui oltre la metà con un gesso alla gamba sinistra infortunata: «Io ho male e non riesco a sciare, ma gli altri non mi aspettano e hanno nelle gambe almeno diecimila curve più di me. Senza contare il problema dei nuovi sci da gigante, che non ho ancora potuto testare. Lo so, la mia stagione sarà in salita, ma non mi arrendo, però non ho obiettivi, quindi non parlatemi né di coppa del mondo né di medaglie olimpiche per favore!».
Il problema sci da gigante? Ce l'hanno gli altri! In tre gare Marcel ha vinto, anzi stravinto due volte e la terza è finito al terzo posto, ma solo perché ha commesso una serie di errori che a chiunque sarebbero costati ben più cari. Nell'ultima esibizione, domenica scorsa in Alta Badia, ha mostrato una superiorità schiacciante: Kristoffersen ha dovuto incassare un secondo e settanta di ritardo e nel dopo gara si sarebbe mangiato vivo quell'uomo, quel guerriero anzi, piccoletto, che a vederlo senza armatura lo scambieresti per un ragazzo qualsiasi. Al di là dell'ennesimo record (cinque vittorie consecutive su una delle piste più difficili del circuito), domenica scorsa Hirscher ha convinto gli esperti di poter davvero ambire al titolo di numero uno di tutti i tempi. Fare paragoni fra campioni di epoche diverse è insensato, ma resta un gioco che appassiona e ognuno può dire la sua, provando a ricordare il passato.
Ebbene, pur con tutto il rispetto e l'amore possibile per sciatori divini come Ingemar Stenmark o personaggi vincenti come Alberto Tomba, uno forte come Hirscher io non l'avevo mai visto.Stasera (Raisport ed Eurosport, ore 17.30 e 20.30) nuova sfida in slalom a Madonna di Campiglio: denti, anzi lamine affilate, il leone va aggredito, guai a spaventarsi per i suoi ruggiti!
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