Il Napoli anti-Asl fa paura alla Signora davvero Befana

Quarantene violate e polemiche, poi gli azzurri dimezzati mettono sotto la Juve salvata da Chiesa

Il Napoli anti-Asl fa paura alla Signora davvero Befana

La giornata è stata paradossale, come del resto tutti i giorni che hanno preceduto la disputa del primo turno di campionato dell'anno nuovo. Ma alla fine Juventus e Napoli sono scese in campo: nonostante le assenze dovute al covid, nonostante tre azzurri (Zielinski, Rrhamani e Lobotka) destinati alla quarantena e invece regolarmente schierati, nonostante le mille isterie e le polemiche che mai mancano a un calcio che di questo passo diventerà sempre meno credibile. Comunque sia, lo Stadium ha ospitato una delle partite più attese della stagione: l'1-1 finale (Mertens e Chiesa) soddisfa soprattutto gli azzurri, largamente incompleti e capaci comunque di tenere i bianconeri a meno cinque.

Recuperato Chiesa (con Dybala in panchina), la Juve avrebbe potuto indirizzare subito il match dalla sua parte se McKennie avesse banalmente centrato la porta colpendo di testa - tutto solo da una decina di metri dopo un angolo di Bernardeschi. Più briosi e aggressivi i bianconeri, più manovrieri e compassati gli ospiti: l'energia di Chiesa era subito notevole, come il desiderio di Insigne di farsi notare quasi per dare l'addio in modo degno alle sfide contro la Signora. Due conclusioni per uno nel primo quarto d'ora, addirittura: più pericoloso l'ex viola, al rientro dopo una lunga assenza per infortunio. E comunque era il neo-canadese a mettere lo zampino nell'azione del vantaggio ospite: suo infatti il lancio dalla trequarti che, rifinito da Politano, permetteva a Mertens di festeggiare il suo sesto gol in campionato, il terzo alla Juve. In assenza di Osimhen, il belga si confermava così uomo della provvidenza per la squadra di Spalletti, al punto da avere segnato tutte e sei le reti dai primi di novembre in avanti: almeno il doppio rispetto a qualsiasi altro compagno. Gli ospiti, che nelle ultime sette giornate di campionato avevano raccolto altrettanti punti, prendevano così fiducia e, prima di arrivare a metà gara, era Szczesny a doversi impegnare su Zielinski, oltre a prendersi un discreto spavento su una punizione dal limite calciata dal solito Mertens.

In definitiva, a parte gli iniziali strappi di Chiesa, la Juve mostrava la corda, poco pungente in attacco nonostante l'evidente buona volontà. Quella che non è mai mancata allo stesso Chiesa: tracimante a inizio ripresa, capace di trovare il pareggio con una sberla dal limite (in campionato non segnava dal 22 settembre) e di sfiorare poi il raddoppio. E se Insigne si eclissava un po', era ancora Mertens a sfiorare la rete.

Entrava anche Dybala (subito pericoloso), la Juve passava al 4-4-2 ma il Napoli non mollava per quanto a corto di energie e, complici le nove assenze, con una panchina zeppa di baby. Allegri buttava dentro anche Bentancur, Kean, De Sciglio e Kulusevski, Domenichini il solo Elmas e, nel finale, Petagna e Zanoli: nulla però cambiava. In attesa di altre polemiche.

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