Napoli & Insigne: la voce dei padroni

La squadra di Sarri ubriaca la Roma, centra l'ottava vittoria di fila e va a più 5 sulla Juve

Napoli & Insigne: la voce dei padroni

Roma - Lo strapotere del Napoli rischia di diventare una vera e propria dittatura. Il percorso per ora perfetto della truppa di Sarri (otto vittorie su otto) ha già scavato un profondo solco con le avversarie dirette. Non siamo nemmeno a un quarto del cammino, ma la strada degli azzurri verso il chiaro obiettivo stagionale appare in discesa. Quel primato solitario di 13 mesi fa (l'ultima volta del Napoli) durò lo spazio di tre giorni, il tempo di un turno infrasettimanale. In questa stagione, ad andar bene, potrebbe durare almeno altri due turni. Segno che il Napoli fa sul serio. E all'Olimpico per una sera, anche con i titolarissimi in campo, non va in scena la solita macchina da gol (ne basta solo uno di Insigne per piegare la resistenza della Roma) ma una squadra capace di colpire e di gestire senza grandi affanni, fatta eccezione per gli ultimi venti minuti di fronte alla reazione generosa dei giallorossi dove però arrivano la classe di Reina che sventa da campione la zuccata di Fazio e la fortuna che fa sì che la conclusione di Dzeko finisca sulla parte alta della traversa (nove i legni in totale per la Roma dall'inizio del torneo). La truppa di Sarri, pronta ora alla trasferta Oltremanica dove è stata definita «una combinazione di stile e sostanza» e che sta diventando oggetto di studio per il mondo del calcio, per una volta sa anche soffrire e difendere con lucidità, superando uno degli esami più difficili. Dimostrando di meritare il ruolo di padrone del campionato: in attesa di Inter-Milan, le prime inseguitrici sono già a -5.

L'allenatore della Roma aveva ammonito alla vigilia: «Vincerà chi lavorerà meglio in fase difensiva». E in effetti il Napoli sbaglia meno proprio con i centrali di retroguardia. Il copione preparato da Di Francesco (attendere gli avversari e poi verticalizzare il gioco velocemente) non funziona per almeno 70 minuti. La solita ragnatela di passaggi del Napoli accorcia le due squadre ma di fatto rende gli azzurri padroni del campo. E nel primo tempo bastano circa tre minuti di possesso palla in più rispetto alla Roma per controllare le operazioni.

Nello stretto Mertens e Insigne si trovano a meraviglia, ma l'assist migliore al folletto di Frattamaggiore lo serve De Rossi. «Avrà convinto Ventura sul fatto che sa dar palla a Insigne», uno dei più velenosi commenti sui social contro il romanista. Per Lorenzinho 100° gol da professionista e soprattutto primo centro ai giallorossi, gli unici ancora non "colpiti" in carriera. Per la Roma la prima rete incassata nei 45 minuti iniziali, simbolo di un approccio complicato che risulterà poi decisivo.

Il vantaggio agevola il compito del Napoli: nonostante il lavoro di Nainggolan - calato alla distanza - e Pellegrini a centrocampo, rare sono le incursioni dei romanisti dalle parti di Reina (in una Albiol anticipa Juan Jesus). Dzeko appare a lungo fuori partita, tanto da innervosirsi con il passare dei minuti. Hamsik e compagni, dal canto loro, continuano a recitare lo spartito senza stonature, lasciando poche opportunità ai giallorossi. Quando poi a inizio ripresa si infortuna Manolas, forse il migliore della retroguardia di casa, il compito diventa ancora più difficile. Il Napoli dà quasi l'impressione di non voler affondare il colpo, pur arrivando pericolosamente in più di un'occasione davanti ad Alisson. La Roma però si getta generosamente in avanti e finalmente crea qualche apprensione agli avversari.

L'assalto finale dei giallorossi può consolare Di Francesco sulla tenuta fisica dei suoi, spesso in calo nella parte conclusiva della gara in altre occasioni (vedi la gara con l'Inter) ma non cambia l'esito. Il Napoli, con sofferenza, porta a casa tre punti pesanti. In attesa che Sarri e Di Francesco vadano in Inghilterra a sfidare Guardiola e Conte.

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