La Juventus esce dallo Stadium prima in classifica, quindicesima vittoria consecutiva, un sinistro di Zaza a squadra già negli spogliatoi a rivedere il suo cammino e la sua rincorsa. La Signora c'è arrivata in una delle sfide più mediocri della sua stagione dove comunque aveva corso un solo pseudo pericolo quando Bonucci nel primo tempo aveva anticipato Higuain di una frazione di secondo. Il Napoli quasi meglio e quasi illuso di avercela fatta, tradito dal Pipita e da una serata maledetta. Quando ha avuto in mano la partita, non l'ha chiusa, non ha avuto la forza di farlo, troppo attento a non scoprirsi. Eppure la vigilia sembrava di tutt'altro timbro.
«In campo senza paura», aveva chiesto Pogba, «Anche noi non dobbiamo aver paura la risposta di Sarri-. Anzi vorrei che ci mettessimo un pizzico di follia». Il racconto della madre di tutte le partite della stagione 2015-16 era iniziato così, con Khedira dentro subito, lo Stadium gonfio di tifo bianconero e i bambini delle scuole sistemati nello spicchio in genere dedicato agli ospiti. Il presidente De Laurentiis si guarda attorno e pensa al gusto lungo di una botta qui in casa dei campioni. Meglio giocare in condizioni estreme o meglio giocarsela in uno stadio tutto tuo? Ma Juve e Napoli non erano lì per decidere chi delle due avesse più paura. Cosa le stava attanagliando però era qualcosa di simile, il primo tempo è scivolato via senza un reale tiro in porta, quello di Cuadrado al quarto d'ora non lo era, decentrato ha calciato sul primo palo con Reina che lo stava aspettando appoggiato alla sua porta. Eppure è stato l'unico tentativo, con Marchisio che a cinque dal termine ha tentato qualcosa e anche qui Reina era fra i pali. La Juve ha corso molto, il Napoli non ha mollato un solo pallone, compatto, motivato, Higuain in mezzo alla vasca con Bonucci che gli ha montato una guardia spietata e proprio il centrale bianconero al 35' ha dato un senso a 45' fra i più scialbi della stagione. Hysaj dalla destra aveva messo in piena area una palla coloratissima per l'argentino, numero acrobatico di Bonucci che gliel'ha soffiata a pochi centimetri dall'impatto.
Tutto bello, un po' poco per giustificare l'enfasi di questa attesa.La Juve, quella che deve vincere, è in campo senza una punta centrale, il Napoli ce l'ha e quando Bonucci è costretto a lasciare il campo per i postumi di uno scontro violentissimo con Khedira, le speranze aumentano, entra il giovane Rugani e Higuain pensa subito che sia arrivato il molmento giusto per metterla.Nel frattempo qualcosa è successo. Allegri ha capito che la faccenda è molto più seria di quanto pensasse, Morata è in una di quelle serate che fanno sperare al diritto di recompra del Madrid, Dybala parte troppo lontano dalla porta, Pogba danza e anche se Cuadrado fa il numero e la mette, non trova nessuno disposto a picchiarla in porta. Entra Zaza per lo spagnolo, Pogba trova Dybala in mezzo all'area, sinistro forte sopra la traversa, la cosa migliore dei campioni dopo oltre un'ora di gioco, con l'avvio dell'azione probabilmente falsato da un fallo su Higuain sul cerchio non fischiato da Orsato.Il capocannoniere ha trascorso la notte a lamentarsi, di suo ha fatto poco. Se solo avesse ricevuto un minimo di collaborazione magari qualcosa avrebbe fatto vedere.
Allora Sarri toglie Insigne bravo fino al momento di chiudere la faccenda e pasticcione nel prosieguo, e inserisce Mertens. Poco, ma adesso c'è più Napoli, Hamsik sferra un destro centrale che sfiora la traversa, la Juve arretra in casa sua, il successo del Napoli è questo fino al gol di Zaza che lo punisce oltre i suoi demeriti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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