C'è tanta Italvolley anni '90 sulla copertina di Parigi 2024, con quell'oro olimpico sotto rete che compie oggi 8 giorni. Velasco e Bernardi in trionfo con la Nazionale femminile, ma anche Giani sul gradino più alto alla guida della Francia maschile, sfatando la maledizione olimpica che aleggiava sulla Generazione di fenomeni azzurra. Fuoriclasse, anzi. Perché «i fenomeni si creano ma poi spariscono, i fuoriclasse rimangono per sempre». Parola di Andrea Lucchetta, che da apprezzato commentatore tecnico ha raccontato e osservato da vicino le imprese del suo vecchio coach e dei suoi ex compagni.
Finalmente l'oro che mancava, con Velasco e Bernardi in panchina.
«Il percorso di Julio con l'Italvolley femminile mi ha ricordato molto l'inizio di quello alla guida della Nazionale maschile. Anche in quel caso raccolse il lavoro di Pittera, Briani e Skiba, che lo avevano preceduto, ottimizzandolo in quattro mesi e portandoci subito alla vittoria dell'Europeo e del Mondiale. Con le ragazze ha applicato lo stesso modello vincente, affiancandosi due tra i nostri migliori allenatori come Bernardi e Barbolini, un vero guru del volley. Azzeccando tutte le scelte: il ritorno di De Gennaro ha ridato stabilità, Cambi è stata un'arma formidabile nel doppio cambio con Antropova e Giovannini ha dato a Bosetti e Sylla la serenità di potersi permettere qualche rotazione per ritrovare lucidità».
Danesi e compagne, poi, hanno cambiato marcia.
«Le nostre sono state eccezionali, affidandosi al carisma di Velasco ma mettendoci tanto del loro, anche perché l'allenatore dà le indicazioni ma alla fine sono gli atleti a scendere in campo. Ho visto un cambio tecnico e di mentalità notevole e sono convinto che, sia al femminile che al maschile, potremo proseguire due cicli dominanti nei prossimi anni, anche grazie a un ricambio generazionale di altissima qualità».
Per i ragazzi di De Giorgi un quarto posto deludente.
«Non c'è stato quel salto di qualità di cui sono state capace le ragazze. Credo si sia inceppato qualcosa nella finale dello scorso Europeo: non riuscire a reggere la pressione di dover vincere a tutti i costi, a Roma davanti a Mattarella, ha generato uno schiacciamento tecnico e emotivo che si è rivisto nei momenti decisivi a Parigi».
Cosa è mancato?
«L'esuberanza e la carica che ci avevano portato a vincere l'Europeo 2021 e il Mondiale 2022. Molti giocatori sono stati altalenanti, abbiamo difeso e contrattaccato poco e servito male. Probabilmente questo gruppo ha vinto troppo e troppo presto, perdendo di vista l'esigenza di quella crescita necessaria per rimanere al top. Non va dimenticato, però, il livello altissimo del torneo: la Francia è stata a due punti dall'eliminazione contro la Germania, prima di volare verso l'oro».
A proposito di Francia: Andrea Giani ha fatto la storia.
«C'è molto del suo in questa vittoria.
È il primo giocatore della nostra generazione a vincere l'oro olimpico e lo ha fatto portando sulle spalle la responsabilità di una nazione come la Francia, nei Giochi di casa. La Marsigliese pre partita, poi, ha fatto il resto, trasmettendo una carica incredibile ai giocatori. E infatti hanno vinto la loro seconda Olimpiade di fila: chapeau».
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