Da Nembro alle acque del golfo di Auckland, per inseguire un sogno. Laddove prospera l'industria, c'è una nuova leggenda da tramandare di padre in figlio: quella di un popolo bergamasco che, in piena tempesta, ha saputo risollevarsi. O meglio, che ha saputo rinascere, come la canzone di Facchinetti diventata colonna sonora dell'Atalanta calcio. Un anno fa, il 21 febbraio 2020, cominciava un incubo per Bergamo e per l'Italia. L'allora assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, dava la notizia del primo contagio di Covid nel nostro Paese. Un virus che si allargava nella provincia di Bergamo, la più colpita, e con Alzano e Nembro due degli epicentri del contagio. Un anno esatto dopo, però, mentre l'Italia lotta ancora, questo raggio di speranza: la vittoria della Prada Cup. Tutte le barche di Luna Rossa (le AC75) sono infatte state costruite qui, nel cantiere di Nembro dell'azienda Persico, che ha prodotto lo scafo e i bracci mobili in carbonio (i cosiddetti foil-arm, lunghi 4,5 m, che permettono alla barca di sollevarsi in acqua).
È la vittoria del made in Italy, di Bergamo e di quella Nembro che si trova sulla strada per la Val Seriana, affacciata al fiume Serio, e che i milanesi percorrono per andare in montagna. Un Eden produttivo che si è trasformato però in un inferno. Come dimenticare quella immagine dei mezzi dell'Esercito che trasportavano centinaia di bare lontano da Bergamo. Una foto-simbolo rimasta ancora negli occhi gonfi e sgorganti lacrime di chi ha perso parenti e amici.
Ora però si è passati da zona Rossa a Luna Rossa, una barca vincente che veleggia nelle acque neozelandesi nel nome della gente di Nembro e di chi non c'è più. Perché queste valli, anche se piegate dal virus, combattono e resistono. L'imperativo è sempre quello: Bergamo, mola mia!
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