
Due pareggi non spiegano nulla, anzi l'Atalanta non riesce a venire fuori dalle proprie paturnie casalinghe addirittura contro il Venezia, rischiando pure di buscarle. La sfida dell'anno al Maradona è stata infine modesta, come mediocre la direzione di Doveri che ha finto di arbitrare all'inglese ma riuscendo, in novanta e oltre minuti, nell'impresa di ammonire due componenti delle panchine, sorvolando, per propri limiti, su alcuni interventi fallosi che meritavano l'ammonizione. Conte ha perso l'occasione di riportarsi in testa quando Inzaghi ha tolto praticamente dal campo mezza squadra, per infortuni e scelte prudenti (resta misteriosa la sostituzione di Bastoni anche perché in quella zona è nato il pari del danese Billing), pensando all'impegno di champions in Olanda. L'Inter, dunque, si è smarrita nel secondo tempo, come le è già capitato in stagione ed è un segnale negativo della gestione dell'allenatore, della lettura del gioco, una tensione trasmessa al gruppo che comunque mantiene la testa della classifica. La qualità del gioco non può essere considerata da grande football, è il riassunto della nostra serie A nella quale, pensate bene, se domani la Juventus dovesse superare l'Hellas (ma, viste certe premesse e vergogne, sarebbe un'impresa) Thiago Motta si ritroverebbe a tre punti dall'Atalanta che occupa il terzo posto e questo sarebbe un altro paradosso. Il campionato è ancora aperto in tutte le sue finestre ma dal Maradona si poteva aspettare un football migliore, d'accordo la passione ma gli errori tecnici e le continue interruzioni hanno intossicato il gioco.
Oggi la grande attesa riguarda la partita di San Siro, perché il Milan non può più cadere e la Lazio rischia di bruciare il patrimonio che aveva costruito. L'altra grande vigilia riguarda la conferenza stampa dell'insopportabile Motta e l'identikit dell'uomo mascherato. Come capirete, siamo messi malissimo.
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