A distanza di 11 anni, 3 mesi e 6 giorni dall'ultima volta, riecco José Mourinho su una panchina italiana per una partita di Serie A. Dall'Inter del Triplete alla Roma dell'ennesima ripartenza, dell'ennesima gestione tecnico-societaria, dall'ennesima rivoluzione.
Oggi i giallorossi affrontano la Fiorentina all'Olimpico con il portoghese come straordinario uomo-copertina, il migliore possibile esclusi i calciatori. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel Siena-Inter, gol di Diego Milito, scudetto ai nerazzurri una settimana prima del trionfo del Santiago Bernabeu, della Champions League vinta contro il Bayern Monaco e la fuga notturna verso il Real Madrid. Si può dire che quello è stato l'apice della carriera dello Special One, visto che da lì in avanti sono arrivati più fiaschi che applausi, compresa l'ultima avventura al Tottenham, conclusasi con un esonero.
Forse anche per questo si vede un Mourinho diverso, meno sbruffone, anche i capelli si sono ingrigiti, segno dell'inesorabile scorrere del tempo. In precampionato non ha attaccato nessuno, non si è lasciato andare a uscite tipo «zeru tituli» o «io non sono un pirla». Sentite addirittura cos'ha detto alla vigilia della sfida ai viola: «Abbiamo perso Dzeko e Spinazzola, due giocatori che non ci aspettavamo di perdere e abbiamo dovuto reagire. Per questo non abbiamo preso qualche calciatore che era nella mia lista e che ci avrebbe dato equilibrio, ma la società è stata bravissima, non faccio critiche». E ancora: «Devo lavorare, lavorare e lavorare con tutti i giocatori che ho in rosa. Abbiamo tempo per agire sul mercato, se non si farà adesso faremo a gennaio, se non faremo a gennaio faremo la prossima estate. Scenderemo in campo per vincere, come principio di vita».
Tra gli acquisti fatti dalla Roma c'è Tammy Abraham, che contro la Fiorentina partirà dalla panchina, probabilmente. L'inglese, con i 40 milioni più bonus spesi dalla società, è diventato il secondo colpo più caro nella storia del club dopo Patrick Schick. Come Mourinho, pur avendo solo 23 anni, ha una gran voglia di reagire alle ultime delusioni: col Chelsea, infatti, ha vinto la Champions, ma da ultra-comprimario, e si è visto restringere gli spazi in maniera drastica nei Blues dopo l'arrivo di Lukaku nonostante la cessione di Giroud al Milan.
Per gli ultimi Europei non è stato nemmeno convocato, anche se è difficile immaginare che potesse soffiare il posto a Kane. In questa ennesima ripartenza della Roma, alla quinta gestione tecnica diversa in 5 anni, dovrà dimostrare che quei (tanti) soldi non sono stati spesi invano.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.