Fine di un Tour segnato da un infinito Tadej Pogacar che vince anche la crono finale e con questa fanno 6.
È il campione di tutti con quasi 2 milioni di followers su Instagram e uno stipendio da 12 milioni di euro a stagione (il suo contratto ha una clausola rescissoria di 100 milioni di euro), premi esclusi. Avendolo visto all'opera sia sulle strade del Giro che quelle del Tour, la cosa che colpisce è la sua disponibilità quotidiana con i bambini.
A differenza dei suoi colleghi, prima di ogni tappa distribuisce capellini, borracce, selfie e autografi a piene mani. Disponibile come nessuno: sarà per via del monossido di carbonio? (voto 10 e lode).
«Ho sperato che mi lasciasse vincere, ma non lo biasimo, avrei fatto lo stesso anch'io». Così Jonas Vingegaard dopo l'ennesima vittoria di Taddeo. Se Pogacar scrive pagine di storia, il danese lo ha aiutato nella stesura. Se Pogacar è un talento infinito, il re pescatore è stato sicuramente immenso. (voto 9).
Questo fantastico viaggio partito dall'Italia: bravi i francesi, bravi gli italiani, bravi Aso e bravi Dario Nardella (i cittadini di Firenze, nonostante il grande caldo, un po' freddini lo sono stati: voto 5), Stefano Bonaccini, Alberto Cirio e Davide Cassani il promotore di tutto. Ci regalano un sogno e le tappe da Rimini a Cesenatico, da Bologna (dotta, grassa e immensa) a Torino, fino a Pinerolo (grazie al passionale, enciclopedico e munifico Elvio Chiatellino): una tavolozza di colore e passione, di festa e di Grande Bellezza (voto 9).
I corridori francesi si vestono di giallo a Rimini con Romain Bardet (voto 6,5), e vincono anche tre tappe: beati loro. Non vincono però il Tour dal 1985, il prossimo anno saranno 40 anni (voto 4). L'Italia per il quinto anno di fila non prendiamo palla. Decimo posto con Giulio Ciccone (voto 6) e ben 106 tappe senza una vittoria parziale (voto 4).
Bravo bravissimo anche il terzo uomo, Remco Evenepoel (voto 8) al suo primo Tour de France della carriera. Una vittoria di tappa, maglia bianca di miglior giovane e un terzo posto finale che fa curriculum.
Non bene Primoz Roglic, fin da subito in affanno. Non bene l'esordio nel ciclismo della sua Red Bull: dopo tre settimane ne esce matata (voto 4).
In questo Tour, come spesso accade, ci sono anche episodi di colore. Come l'idiota che pensa bene di tirare in faccia le patatine a Pogacar e Vingegaard.
Giustamente Adam Hansen, il presidente del CPA, il sindacato mondiale dei corridori, denuncia il fatto ma non muove un dito per le multe assegnate dalla giuria a Davide Ballerini, che si ferma a vedere su un ledwoll la storica volata (la numero 35, meglio di Merckx) del capitano Mark Cavendish (voto 8), e a Julian Bernard, reo di essersi fermato durante la crono a baciare figlio e moglie. Per la serie: la patatina tira, l'amore non più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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