O Ney resta a guardare ma vince lo stesso. Parigi è già innamorata del suo fenomeno

Esordio in campo rinviato ma il brasiliano ha già conquistato il Parco dei Principi, come non seppe fare Ibra

O Ney resta a guardare ma vince lo stesso. Parigi è già innamorata del suo fenomeno

Parigi L'amore all'improvviso, di nuovo. Parigi ringrazia Neymar, che come un Cupido inaspettato ha scatenato una passione mai vista da queste parti. Mai in questa epoca di calcio così moderno e mediatico si era vista Parigi diventare il centro del mondo, nemmeno quando nell'estate 2012 arrivarono Ibrahimovic, Verratti e Thiago Silva. Un campione all'apice dei suoi anni migliori, un talento ancora tutto da scoprire e un difensore di caratura mondiale, ma incapace di si muovere le folle come l'attuale capitano del Brasile. Gli Champs Elysées sono presi d'assalto appena negli store è disponibile la maglietta numero 10 della nuova stella parigina, il Parco dei Principi, stadio un tempo troppo silenzioso e considerato un «salotto» dopo l'esilio degli ultras (tra il 2010 e il 2017), diventa una torcida scatenata per il primo abbraccio con l'ex nemico, ora diventato idolo.

Dopo la presentazione alla stampa di venerdì, ieri quella ai tifosi in uno stadio già pieno a un'ora e mezza dal calcio d'inizio della partita contro l'Amiens, neopromossa spazzata via senza particolari problemi dai gol di Cavani e Pastore. L'argentino è stato il più applaudito dai 46.000, già prima del gol con cui ha chiuso la partita. Se Neymar può indossare il numero 10 - e la sua maglietta è già diventata di culto (10.000 esemplari venduti il primo giorno) - lo deve anche al «Flaco», che nella scorsa stagione l'aveva ereditato da Ibrahimovic.

In attesa di innamorarsi del calciatore, Parigi scopre lo showman, il mattatore, l'uomo da 170 milioni di seguaci sui social network che accende gli animi con le sue poche frasi in francese: «Paris est magique. Ici c'est Paris». Slogan che rappresentano l'identità di un club che fino a sei anni fa era guardato con diffidenza nonostante una potenza economica impressionante, ma che oggi può diventare la prima potenza al mondo. È uno show abbastanza semplice: poche parole, tanti palloni calciati verso le tribune, ma è intenso, caldo e sincero. Quando tutto dovrebbe essere finito, Neymar torna sui suoi passi, si toglie la maglia e la lancia in curva. In 20' l'ex blaugrana si prende Parigi anche più di quanto aveva fatto Zlatan Ibrahimovic nelle sue 4 stagioni parigine. La differenza è semplice. Ibra era il re, temuto e rispettato, Neymar è il fenomeno che trascina la folla e si lascia amare anche per lasciarsi alle spalle gli anni, comunque bellissimi, di Barcellona, dove veniva dopo l'immenso Messi. Qui nonostante i Cavani, Verratti, Di Maria, Pastore e lo spettro di Ibra, è lui il numero uno.

Che la scintilla Neymar facesse scoppiare un tale incendio di passione era prevedibile e inevitabile, e non solo per la portata planetaria del fenomeno.

Il legame col Brasile è sempre stato fortissimo nella città in cui Ronaldinho ha assaggiato l'Europa, che ha amato Rai e Leonardo. Oggi in quello spogliatoio verdeoro ci sono Thiago Silva, Marquinhos, Lucas, Dani Alves e Neymar. Parigi è pronta vivere una stagione a ritmo di samba.

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