Dall'Inter no comment. A commentare, eccome, è invece il Napoli: «Io sto con Juan Jesus. Il signor Acerbi non è stato sanzionato. A questo punto il colpevole dovrebbe, per la giustizia sportiva, essere Juan Jesus, che avrebbe accusato un collega ingiustamente. Siamo basiti».
Benvenuti nel mondo - capovolto - del tribunale del pallone. Dove l'accusato è «innocente» e l'offeso rischia di trasformarsi in «reo».
Va giù duro la società di De Laurentiis: «Non aderiremo più a iniziative di mera facciata delle istituzioni contro il razzismo e le discriminazioni, continueremo a farle da soli, come abbiamo sempre fatto, con rinnovata convinzione. #iostoconjj».
Intanto gli youtuber di fede interista esultano: «Sentenza giusta»; «Juan Jesus si è inventato tutto»; «È un mitomane»; «È un diffamatore che, senza prove ha dato del razzista ad Acerbi». «Verdetto vergognoso» e «Immunità interista» sono invece le formule più gettonate sulle chat anti-Inter (soprattutto juventini, napoletani e milanisti) concordi nell'evocare il salvifico «zampino di Marotta».
«Ora sciacquatevi la bocca! Cin cin. A chi insulta i familiari. A chi minaccia la vita dei figli. Ai leoni da tastiera. A chi ha sommerso di insulti me e i miei figli per giorni interi, cin cin. Ne avete bisogno», il commento social della moglie di Acerbi, Claudia Scarpari.
Su Facebook la risposta dello scrittore Maurizio De Giovanni: «Mettete la manina davanti alla bocca. State attenti che non si veda il labiale e dite pure le peggiori infamie, gli insulti più vigliacchi e disgustosi. Tanto poi potrete rimangiarvelo, fingendo di essere santi, poeti e navigatori senza macchia».
«Caro Juan Jesus, la prossima volta cerca di metterti a favore di telecamera e microfoni mentre ti insultano per il colore della tua pelle», così su X Sandro Ruotolo della segreteria nazionale del PD.
Ieri mattinata, prima della sentenza-Acerbi, il ministro allo Sport, Andrea Abodi aveva
detto in un liceo di Napoli: «Lo sport deve essere utile per assumerci ognuno nel proprio ruolo la responsabilità di rispettare l'altro».Poi, nel pomeriggio, il verdetto sul caso Juan Jesus. Che fa discutere tutta Italia.
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