Il circuito di Sepang ha un valore particolare per Paolo Simoncelli. Lì su quella pista che oggi è su tutti i giornali per il duello Rossi-Marquez, morì suo figlio Marco, chiamato "Sic" dai tifosi della MotoGp. A questtro anni da quel terribile incidente, Simoncelli prova a parlare di sport, non vuole lasciare spazio ai ricordi tristi e commenta la gara di Sepang di domenica scorsa come faceva un tempo quando sulle due ruote in pista c'era pure suo figlio Marco. "Guardi, a me i moralisti un tanto al chilo non sono mai piaciuti. Semmai, per fare un ragionamento utile, dovremmo chiederci che effetto abbia avuto su un ragazzino che comincia a gareggiare in moto l'episodio di domenica tra Rossi e Marquez", spiega in un'intervista al Giorno. E ancora: "La battaglia tra Vale e Marc è stata uno spettacolo supremo, per più di un giro, tra sorpassi e contro-sorpassi. L'epilogo brutto è un'altra cosa. È un'altra storia. Sa, l'istinto…".
Secondo Simoncelli Sr., "non si arriva a una situazione del genere se non ci sono precedenti che alimentano uno stato d'animo". E alla fine a rimanere fregati sono stati entrambi i piloti: uno caduto, l'altro penalizzato e con il Mondiale a rischio: "Non è stata una bella cosa, sicuro. Dopo di che, ripeto, io ai miei allievi dico di cogliere il buono, di apprezzare il talento, che fino all'attimo fatale è stato espresso dai contendenti. Il resto è cinema, si fidi".
"Io, spero che Vale ce la faccia comunque", detto dal padre di un grande amico di Rossi, in pista e fuori -. "Può rimontare.
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