S. Caterina ValfurvaDominik Paris sabato sembrava nervoso, non smetteva di ripetere che questa pista non gli piaceva, perché lo faceva sentire un leone in gabbia, con le sue curve troppo chiuse. Poi, ieri, al via per ventiduesimo, ultimo del gruppo dei migliori, ha messo tutta la carica agonistica sugli sci e li ha fatti volare verso il suo quarto podio stagionale, un terzo posto che ha festeggiato come fosse una vittoria. L'animale da gara anche stavolta ha dato la zampata giusta e forse la svolta della sua giornata è stata la decisione della giuria di abbassare, causa vento, la partenza della discesa di circa 200 metri, eliminando così la parte più tecnica e più spettacolare della pista intitolata a Deborah Compagnoni.
Una beffa per Christof Innerhofer, che proprio in quel primo tratto poteva sperare di fare la differenza, una nuova motivazione per Dominik, cui in questo momento di grazia ogni pista, ogni neve, ogni curva sembrano andare bene. E a chi cerca di montare la polemica sulla decisione di tagliare il primo tratto per non favorire gli italiani, i soli ad averci sciato prima dell'unica prova di venerdì, il responsabile della squadra Gianluca Rulfi risponde serafico: «Bisogna accettare le cose come sono e almeno per Paris l'eliminazione di quelle curve strette non è stato certo uno svantaggio». Lo è stato invece per Innerhofer, ovviamente deluso dal 18° posto dopo la bella prova di venerdì, mentre in merito non si pronuncia Kjetil Jansrud, al primo passo falso della stagione, 17° senza essere mai riuscito a lasciar correre gli sci sul terreno ondulato e nella luce piatta. Per Paris questa non è una cattiva notizia, visto che con il norvegese, leader della classifica generale di coppa, è in lotta per il primo posto in quella di discesa, ancora guidata da Jansrud con l'azzurro secondo a 74 punti.
Ma non è ancora tempo di fare conti, la stagione è lunga e, come ha detto Paris sfoggiando un italiano sempre più efficiente, «non è sempre domenica». Gli si fa notare che per lui al momento lo è, visto che da inizio stagione in sette gare veloci non è mai uscito dai primi cinque: «L'importante è continuare così anche a gennaio quando ci saranno le grandi classiche Wengen e Kitzbuehel, ora ci vuole una pausa per tornare in pista con la stessa voglia di attaccare. Ma non smetto di sciare e lo farò anche nei prossimi giorni, perché sciare mi diverte troppo, specialmente quando ci sono vere condizioni invernali, come ora». La sicurezza del gigante della Val d'Ultimo deriva dai risultati, certo, ma anche dai progressi tecnici fatti in estate che gli permettono di essere sempre stabile sugli sci e di poter aggredire ogni passaggio ad alta velocità. Senza peli sulla lingua confessa che «anche se sono terzo questa pista continua a non piacermi, ma per fortuna abbiamo fatto la gara e quindi grazie a Santa Caterina che è riuscita ad organizzarla al posto di Bormio. La vittoria? Sono sempre lì, prima o poi arriverà».
A proposito di vittoria, ieri in due hanno festeggiato la prima della carriera.
Fra gli uomini ha infatti vinto l'americano Travis Ganong e fra le donne, nel gigante di Kuehtai, la svedese Sara Hector, con le italiane lontane (Irene Curtoni la migliore al 14° posto) dopo l'errore nella seconda manche di Federica Brignone, lanciata verso la quarta top 5 consecutiva e invece finita ventiseiseima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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