"Pericolo crescente...". L'Italia in Francia rischia le porte chiuse

Così una fonte del governo francese. Esordio azzurro a Lione il 13 giugno

"Pericolo crescente...". L'Italia in Francia rischia le porte chiuse

Lione, Tolosa, Lilla. Sono le sedi delle prime tre partite dell'Italia al prossimo campionato europeo di calcio in Francia. Tre città solari ma improvvisamente coperte dall'ombra, dalla paura degli attentati, dal terrorismo. Cresce il timore di una ripetizione dei massacri, dei colpi di follia dei kamikaze religiosi. Una fonte vicina al ministero dell'Interno francese ha detto all'Ansa che la squadra azzurra è considerata un obiettivo a rischio crescente. Non si capisce davvero che cosa significhi rischio crescente, da qui al 13 giugno, giorno dell'esordio della nazionale di Antonio Conte a Lione contro il Belgio, per poi proseguire contro la Svezia a Tolosa, per concludere la prima fase, mi auguro non la missione europea, a Lilla contro l'Irlanda. L'Italia ha scelto come ritiro Montpellier, dunque lontano dal centro nevralgico, che potrebbe essere individuato in Parigi, ma nulla è da escludere e quanto si è venuto a creare in queste ultime ore non ha alcuna spiegazione ma è tale e va registrato per non essere poi accusati di avere trascurato il segnale di allarme.

La stessa fonte della sicurezza internazionale ha anticipato che nei ritiri e nei campi base saranno presenti uomini dei GIGN e del RAID, le forze di sicurezza francese antiterrorismo. E a macchia d'olio le preoccupazioni si allargano anche su altre nazionali, quella inglese sopra tutte, la stessa Francia, la Spagna, tutti obiettivi che raggrumeranno un grande numero di tifosi e un richiamo fortissimo a livello di comunicazione. L'Europeo 2016 nasce e muore assieme, vive comunque una esistenza quotidiana strana e contraddittoria, si passa dalla voglia di un Paese, la Francia, che vuole scappare dal terrore del Bataclan e di Charlie Hebdo ma sa anche bene che il buio può improvvisamente spegnere le luci degli stadi durante il torneo estivo. Ventiquattro nazionali e il mondo con loro, dunque il massimo dell'attenzione e della tensione, purtroppo non soltanto agonistica e calcistica.

È il biglietto più caro e invendibile che siamo costretti a tenere in tasca, senza poterlo esibire ma sapendo che può significare la fine di molte vite. Dopo gli scandali, la corruzione, il doping, il calcio è costretto a fare i conti con una nuova realtà, la paura, il terrore, avversario senza faccia, occulto, maledetto.

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