"Positività immorale. Il sistema deve darsi nuove regole"

Donati: "Il Clostebol deve essere eliminato dalla lista delle sostanze dopanti"

"Positività immorale. Il sistema deve darsi nuove regole"
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È come se si stesse ancora giocando un lunghissimo e logorante tie-break. Un'eterna partita che sembrava già chiusa, ma che chiusa non è. La Wada si è presa ancora dieci giorni. Ha bisogno di altri elementi per valutare e decidere. Richiamiamo in causa Sandro Donati, uno che conosce bene il mondo dello sport e dei laboratori antidoping: soprattutto la Wada.

Ancora qualche servizio, quindi. Qualche demi-voleé, nella speranza di un lungo linea che possa chiudere per sempre una partita che sembrava già ormai chiusa.

«Il punto però non è Sinner, perché quel valore del Clostebol ha una facilissima trasmissibilità e per me è già una questione chiusa. Quando un direttore di laboratorio mi disse che era giusto procedere in questo modo, io gli risposi che è immorale dare questi tipi di positività. Ma non parlo per Sinner, parlo per tutti. Se una persona mi dà una mano ed è sporca di Clostebol, che responsabilità ho? Quanti atleti con valori bassissimi di questo genere hanno squalificato pur sapendo che si trasmette semplicemente con una stretta di mano? Andiamo a rivedere quante condanne sono state comminate con questo metro di giudizio».

Ma la Wada sta facendo bene?

«Fa il giusto. E lo sta facendo con estrema prudenza».

Lei però vorrebbe un cambio di passo.

«Ripeto: a me interessa poco il caso Sinner, quello a cui bisogna mirare è ad un cambiamento radicale. Il sistema si deve ridare delle regole. Io ho scritto tanto in materia, anche a voi del Giornale l'ho ribadito in più di un'occasione: il sistema antidoping si concentra sul singolo atleta, ma il vero problema non è il singolo, ma il sistema. Non è più accettabile che il sistema antidoping sia affidato a un'istituzione sportiva che, in effetti, deve di fatto giudicare sé stessa.

Questo non l'ho detto io, ma Jack Robertson, capo ispettore della Wada e Rob Kohler, vicedirettore generale, che nel momento in cui diedero le dimissioni dissero anche che la nuova dirigenza non aveva alcuna volontà di sviluppare una reale lotta al doping. Questo è il punto». Punto.

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