Prandelli, Balo & C. L'annus horribilis dei reduci del Brasile

Il ct depresso con la saudade da panchina, super Mario che non è più super. E poi Cerci, Immobile e Cassano...

Prandelli, Balo & C. L'annus horribilis dei reduci del Brasile

È trascorso quasi un anno esatto. 362 giorni da quel maledetto 24 giugno 2014 di Italia-Uruguay 0-1, data fatale per gli azzurri al Mondiale brasiliano, che Cesare Prandelli non ha ancora dimenticato: «La Nazionale in diretta faccio ancora un po' fatica a vederla: me la guardo in differita. È una ferita che resta aperta, è una fine che non ho ancora elaborato del tutto, come quando finisce una storia d'amore. Le emozioni di quattro anni così intensi non passano via così e sono ancora forti: la Nazionale è qualcosa che va al di là di tutto, chi non capisce questo non ama fino in fondo la sua nazione». Così l'ex Ct azzurro ed ex allenatore del Galatasaray qualche giorno fa ha spiegato il dolore che si porta dentro. Da quel momento per Cesare Prandelli è cominciato un anno nero, reso funesto dall'esonero in Turchia e proseguito negativamente con una primavera e un inizio di estate in attesa di una chiamata che non è arrivata. Ora il tecnico di Orzinuovi è ancora senza una panchina e, con ogni probabilità, dovrà attendere il fallimento di qualche collega per rientrare nel giro.

È curioso notare come il disastro di Natal sia coinciso con l'inizio del declino di quasi tutto il reparto offensivo italiano scelto da Prandelli per quella spedizione brasiliana. Mario Balotelli, stella di quella Nazionale, ha trascorso il suo primo anno a Liverpool tra "selfie" e tribune, segnando la miseria di 4 reti e costringendo i tifosi dei Reds a rimpiangere i 20 milioni di euro spesi per averlo dal Milan. Anche peggio è andata ad Alessio Cerci, emarginato dal Cholo Simeone all'Atletico Madrid e, da gennaio, accantonato anche da Inzaghi al Milan. Ciro Immobile al Borussia Dortmund aveva cominciato bene, ma nella seconda parte di stagione ha smesso di giocare e brillare. Lorenzo Insigne, dopo qualche lampo napoletano, si è rotto i legamenti e nemmeno Antonio Cassano si è sottratto al sacrilegio: ha rescisso con il Parma a gennaio ed è rimasto fermo addirittura sei mesi.

Una stagione pessima che ha coinvolto cinque attaccanti e il commissario tecnico. E, ora, dopo un inevitabile ridimensionamento, la volontà di tutti (tranne Insigne che sembra voler rimanere a Napoli con Sarri) è quella di ripartire da piazze meno blasonate. Cassano e Balotelli si sono offerti alla Sampdoria, con il benestare del presidente Ferrero che, quando capirà il destino di Eto'o, vorrebbe puntare su di loro per dare a Walter Zenga due rinforzi importanti per l'Europa League. Alessio Cerci ha manifestato più volte la nostalgia per la parte granata di Torino e anche Immobile gradirebbe un ritorno in Italia.

D'altronde l'anno nero è quasi finito e dal 25 giugno potranno tentare l'operazione rilancio/riscatto. Nel 2016 c'è l'Europeo di Francia: e se li ritrovassimo tutti in azzurro tra un anno nella lista dei convocati di Antonio Conte?

La Serbia ha vinto il Mundialito, il campionato del mondo di calcio per nazionali Under 20, battendo in finale ad Auckland (Nuova Zelanda) 2-1 il Brasile dopo i tempi supplementari. Autori delle reti Stanisa Mandic al 70', Andreas Pereira al 73' e Nemanja Maksimovic al 118'. Si tratta del secondo titolo mondiale Under 20 per la Serbia, dopo quello conquistato in Cile nel 1987. Il Brasile lo ha vinto 5 volte.

Subito dopo il fischio finale, gruppi di tifosi con bandiere della Serbia hanno festeggiato nel centro di Belgrado con caroselli di auto. Messaggi di felicitazioni sono stati inviati alla nazionale serba dal presidente Tomislav Nikolic e dal premier Aleksandar Vucic.

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