Il predestinato Pafundi: perla alla Diego e Italia in finale

Il predestinato Pafundi: perla alla Diego e Italia in finale
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«Prima Pafundi, poi tutti gli altri». Così nel marzo scorso, prima di iniziare l'avventura verso Euro 2024, Roberto Mancini ha difeso la scelta di convocare il classe 2006 in Nazionale maggiore nonostante uno scarso utilizzo da parte dell'Udinese. A La Plata, nello stadio intitolato a Maradona, Simone ha regalato una perla alla Diego: l'Italia Under 20 stava pareggiando la semifinale del Mondiale, il ct Nunziata all'82' decide di metterlo in campo al posto di Baldanzi, il talento nato a Monfalcone ma di origini napoletane impiega quattro minuti per mettere la sua firma, con un sinistro a giro su punizione dal limite.

La perla del predestinato, potremmo dire: un esordio in serie A nel maggio 2022, quello nell'Italia dei grandi nel novembre successivo a Tirana a 16 anni, 8 mesi e 2 giorni (il più giovane negli ultimi 112 anni della storia azzurra). L'Udinese lo preserva, forse pure troppo, come un gioiello prezioso (appena otto presenze e 77 minuti giocati), Mancini lo vorrebbe sempre nel suo gruppo. «Ce ne sono pochi come lui», così il ct che lo avrebbe volentieri convocato per le finali di Nations League ma ha preferito lasciarlo al collega Nunziata per la trasferta sudamericana dell'Under 20.

Origini napoletane, si diceva. Papà Totò, appena poteva, lo accompagnava da piccolo in curva B dello stadio di Napoli per fargli applaudire la squadra partenopea. Lui, grande tifoso di Diego, Simone estimatore di Messi - il suo modello -, come ha più volte dichiarato.

«Ho pensato solo al voler fare gol per me e per tutti noi perché siamo un grande gruppo. Ora l'Uruguay in finale, daremo il massimo per fare la storia», così il "piccoletto" al quale già da bambino veniva pronosticato un grande futuro.

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