Fumata grigia, un po' bianca e un po' nera, nell'ennesima riunione «decisiva» delle squadre di Premier League per dare corpo al Project Restart, il progetto ripartenza che a molti piace e a tanti piace poco. Il voto sulle modalità di ripresa del campionato è stato spostato al 18 maggio, e l'incontro virtuale di ieri è servito solo a raggiungere l'accordo che prolunga la validità dei contratti dei 42 giocatori, tra effettivi e prestito, che saranno in scadenza il 30 giugno prossimo.
La data di svolgimento delle prime partite resta fissata al 12 giugno, con il completamento della stagione previsto per la seconda metà di luglio, ed è anche per questo che è stato abbastanza bizzarro, ieri, vedere quanta importanza mediatica sia stata data alla decisione del Primo Ministro Boris Johnson di autorizzare lo svolgimento di eventi sportivi di alto livello a partire dall'1 giugno, ma a porte chiuse: in realtà, i club davano per scontata la possibilità di poter giocare il mese prossimo e sapevano benissimo che sarebbe avvenuto senza pubblico, anche se magari non potevano prevedere la postilla che mette in pericolo la presenza di spettatori addirittura fino a gennaio.
L'ostacolo maggiore è però dato dalla resistenza di alcuni club, pare non più solo i sei in fondo alla classifica, a giocare in campo neutro: nella riunione di ieri ci si è chiesti come mai in Bundesliga ogni squadra potrà giocare nel proprio stadio, anche se a porte chiuse, ed è stato dato mandato al direttore esecutivo Richard Masters di sottoporre la questione al governo, nell'incontro previsto nei prossimi giorni.
Non ci sono in ballo solo questioni di equilibrio competitivo ma anche di sponsor (nomi degli stadi, eccetera) e dunque del pericolo di dover restituire soldi già messi a bilancio. Un ostacolo notevole, se si pensa che solo tre giorni fa Mark Roberts, responsabile nazionale della sezione calcio della polizia, aveva lanciato l'allarme etichettando come irresponsabile la proposta dei club di giocare nei rispettivi stadi, per i pericoli di ordine pubblico dati da eventuali assembramenti.
La stagione non verrà comunque in nessun modo annullata: ad inizio riunione la federazione ha fatto capire che servirà una classifica finale, regolare o basata sulla media punti, come accaduto in Francia.
Nel caso si riparta, poi, sempre più
probabile una sorta di Festival del calcio televisivo, con le 92 restanti partite - più la Coppa d'Inghilterra dai quarti di finale in poi, e finale l'8 agosto - distribuite in modo da avere una o più dirette quasi ogni giorno.
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