Il primo passo dell'azzurro "Nico" in Nba

Figlio di Pace, 13 stagioni in A, vuole fare il salto senza avere giocato in Ncaa

Il primo passo dell'azzurro "Nico" in Nba

Nel giorno in cui il campionato in Italia chiude, Niccolò Nico' Mannion apre. Apre la porta al proprio futuro, alla Nba, alla possibilità di diventare ancora più forte e dunque di dare una mano, in qualche modo, al basket nostrano. Mannion, 19 anni, figlio dell'ex professionista Pace, 13 stagioni in varie squadre di A, e di Gaia Bianchi, ex giocatrice italiana di pallavolo, ha appena terminato la sua prima stagione alla Arizona University: in modo brusco, senza poter disputare il Torneo Ncaa, che però vale sempre più come esperienza in sé e sempre meno come vetrina di potenziali campioni del futuro.

Fermo ormai da oltre un mese, ascoltati pareri in giro, valutate le cose, Nico ha deciso di lasciare il college e di iscriversi al draft Nba: da oggi, insomma, le squadre della lega sanno che quel ragazzo alto, magro, con quella massa disordinata di capelli rossi e lentiggini non è più solo un candidato futuro ma una realtà, da studiare in modo approfondito. Perché andare nei professionisti in questi mesi, per un ex universitario del basket ma anche degli altri sport, vuol dire candidarsi all'ignoto: i club infatti non possono mandare in giro gli osservatori né possono convocare i potenziali atleti presso le loro palestre per esaminarli. Tutto avviene via video: certo, allenatori e general manager hanno a disposizione, nel caso di Nico, le partite di Arizona, quelle con varie selezioni giovanili e quelle con il suo liceo, Pinnacle, nelle quali si segnalato tre anni fa come giocatore inarrestabile. Oltre che molto visibile, per l'aspetto particolare: papà Mannion, arrivato in Italia nel 1989 con una pettinatura discutibile persino per quei tempi (capelli ricci alti o lisci, stirati all'indietro e lunghi sul collo) e dunque esperto di tricologia applicata al basket, anni fa gli disse «in ogni partita hai cinque minuti. Cinque minuti» per approfittare dell'aspetto non intimidatorio e dunque sorprendere gli avversari. Da qui, passaggi, schiacciate, tiri, esibizioni di estro che lo hanno presto reso un idolo dei social media, specialmente di Instagram, seguito con interesse anche da grandi atleti professionisti di vari sport.

Non selezionato per la nazionale americana Under 16 che doveva giocare i Panamericani nel 2071, venne subito contattato dalla Fip e il suo futuro azzurro si è compiuto

l'1 luglio 2018 a Groningen con il debutto in nazionale contro l'Olanda, nove punti in 29'. Creatore di gioco, finalizzatore, entusiasta, atletico, Mannion va avanti mentre tutto si ferma, e in qualche modo indica la via.

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