La rifondazione di una Nazionale, lo sa bene anche il nostro Antonio Conte, parte prima di tutto dalla disciplina.
Questo deve aver pensato Dunga quando ha deciso di rispedire Maicon a Roma, causa non meglio precisati "problemi di natura interna alla squadra". Il fulmine che ha scosso la Selecao a 2 giorni dal test-match contro l'Ecuador è stato reso noto alla stampa dal coordinatore generale della nazionale, il quale ha comunicato che il giocatore è stato rimandato a casa, per poi ringraziarlo di quanto, in questi anni, regalato ai colori verdeoro. Il team manager non ha voluto dare ulteriori spiegazioni e ha invitato la stampa a non indagare chiedendo lumi agli altri giocatori.
Le sue parole, per la verità non troppo chiare, fanno addirittura pensare che dietro le edulcorate parole possa celarsi una esclusione definitiva senza nè se nè ma. Se così fosse Maicon chiuderebbe in modo traumatico un'avventura in Nazionale che gli ha regalato tante soddisfazioni, ma anche alcuni dolori, come il far parte della spedizione che ha fallito clamorosamente la vittoria del titolo nel torneo disputato in casa. I citati problemi interni hanno riguardato problemi di tipo disciplinare, anche se conferme ufficiali non sono ancora arrivate ed anche la sorella del giocatore non ha voluto chiarire il mistero. Ad ogni modo pare che tutto sia nato dal fatto che il terzino è rientrato con sette ore di ritardo rispetto all'orario stabilito da Dunga per il ritorno in albergo nel giorno di riposo concesso alla squadra.
538em;">Tutti dovevano essere in hotel entro mezzanotte e il giocatore si è presentato alle sette della mattina successiva, reduce quasi certamente da una notte di bagordi. Risultato? Dunga su tutte le furie e la storia di Maicon con la Selecao probabilmente ai titoli di coda.
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