L'intemerata moralista di Leonardo contro il Real Madrid è, per certi versi, inquietante. Il plenipotenziario del PSG che spende e spande sul mercato, banchetta sui club in crisi finanziaria come il Barcellona (Messi) e non si fa scrupolo di tesserare 9 portieri pur di dare un tetto o una panchina all'amico Raiola (Donnarumma), attacca il club spagnolo accusandolo di «scorrettezza e di fare cose illegali» trattando Mbappè. Fosse ancora vivo Ennio Flaiano, avrebbe chiosato sul calcio invece che sulla politica («la situazione è grave ma non è seria»). In effetti è successo che al Psg è stato riservato lo stesso trattamento utilizzato in passato dal club parigino che ignorando il FFP ha acquistato Neymar dal Barcellona per 220 milioni. Per forzare la mano, Mbappè ha avvisato Leonardo, a un anno dalla scadenza del suo contratto: «O mi cedete al Real Madrid oppure andrò via a zero». E da Madrid è arrivata la prima offerta pari a 160 milioni di euro. Leonardo ha preso cappello e quasi offeso ha replicato: «Dobbiamo decidere noi il prezzo, lo abbiamo pagato un tot dal Monaco a cui dobbiamo anche 35 milioni sulla rivendita». Ecco allora che spunta il prezzo fissato dai parigini per rinunciare al gioiello francese: 215 milioni che sono la somma perfetta tra la cifra versata al Monaco (180 milioni) e i 35 milioni da aggiungere al club francese come riconoscimento per l'avvenuta valorizzazione.
Sotto sotto, Leonardo è convinto che dinanzi a una differenza così alta rispetto alla prima proposta (meno 65 milioni), Florentino Perez si tirerà indietro. E invece no. Perché il Real sin dal mese di giugno ha un accordo con gli agenti di Mbappè e con il papà dell'attaccante il quale aveva promesso di portarlo in Spagna già dopo il passaggio al Psg. D'altra parte, l'intervento pubblico di Ancelotti di risposta al clan di CR7 che assicurava l'avallo del tecnico per un ritorno in Spagna del portoghese, è la conferma che il Real non ha mai cambiato obiettivo ed è pronto all'operazione. Ancelotti è intervenuto per ricordare - indirettamente al portoghese - che fu proprio lui e non i blancos a mandarlo via quando decise di passare alla Juve lamentando il mancato intervento per gestire il contenzioso con il fisco spagnolo.
E quando tutta l'operazione Mbappè sarà definitiva nei dettagli e annunciata, ci sarà di sicuro qualcuno che da Madrid ricorderà al plenipotenziario del Psg che in materia di comportamenti corretti chi può impartire lezioni al Real di sicuro non abita dalle parti di Parigi.
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