I narcisi croati recisi dai colpi di un ragazzo

La freschezza di Alvarez ha fatto la differenza, anche spinto da quel vento fortunato che accompagna un purosangue e ne segna il destino

I narcisi croati recisi dai colpi di un ragazzo

Domenica prossima, l'Argentina. Ieri, una partita più semplice di quello che si potesse pensare. I narcisi di Croazia frustati e recisi dai colpi di un ragazzino, Julian Alvarez, che è già del Manchester City e farà coppia con Haaland, che altro aggiungere?

La prestazione di Messi non abbisogna di commenti ulteriori, soltanto gli imbonitori possono scoprire questo fuoriclasse a trentacinque anni, chi si droga di parole, come Adani Daniele a ingaggio pubblico, dimostra un provincialismo che è arrivato all'ego ridicolo «Perché dovremmo contenerci davanti a quello che offre questo calciatore al mondo?», tralascio «i cammelli del deserto» e «elargisce amore», il mondiale meriterebbe ben altro, per fortuna il calcio del campo propone cose più serie, per esempio l'insostenibile leggerezza dell'essere dell'attacco croato e una imprevista allegria difensiva che ha consentito due contropiede agli avversari e qui la freschezza di Alvarez ha fatto la differenza, anche spinto da quel vento fortunato che accompagna un purosangue e ne segna il destino. Il vanitoso possesso palla del gruppo Modric non ha mai portato un uomo negli ultimi sedici metri, così favorendo l'organizzazione dei sudamericani, reattivi a ripartire.

Le due vitamine del primo tempo hanno permesso all'Argentina una salute psicologica mai molestata dalla girandola di passaggi, tutti orizzontali, della Croazia che ha cambiato inutilmente tre uomini, il pallido Brozovic tra questi.

Nota di folklore: il dato più divertente di questa fase finale del mondiale, oltre ad Adani, è che i detenuti del parlamento europeo, super prezzolati dal Qatar, proprio loro non hanno potuto seguire le partite. Il brutto della diretta.

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