Quando 50 anni fa gli Dei del calcio giocarono con il cuore

Mondiali '74: punizione folle dello Zaire e derby tedesco vinto a Est

Quando 50 anni fa gli Dei del calcio giocarono con il cuore
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Ci sono partite che valgono una coppa. Altre un campionato. E poi ci sono quelle che valgono una vita intera. Cinquant'anni fa, al mondiale tedesco del 1974 nel giro di una manciata di ore vanno in scena due delle partite più importanti di tutti i mondiali. Il paradosso è che quelle gare non hanno inciso sulla competizione, ma restano la rappresentazione di quanto gli dei del calcio possano giocare coi sentimenti. La prima si gioca a Gelsenkirchen tra il Brasile e lo Zaire, la seconda, poche ore dopo è quella tra Germania Ovest e Germania Est.

Ma le divinità del pallone non sono niente senza gli eroi che alla fine scendono in campo. Gli eroi di quel giorno di giugno 74 non si conoscono, ma sono praticamente coetanei. Il primo, quello tragico, scende in campo col suo Zaire, ma nessuno si accorge di lui fino al minuto 78. Sulla palla c'è il verdeoro Rivelino, è pronto a battere una punizione, le due squadre sono sul 3-0 per il Brasile, l'arbitro fischia, ma subito Joseph Mwepu Ilunga si stacca dalla barriera e calcia la palla più lontano che può. Il direttore di gara è basito, i brasiliani quasi divertiti. Mwepu si prende il giallo, Rivelino torna sulla palla ma la punizione finisce in un nulla di fatto. Ci vorranno quasi 30 anni per capire quel momento. Nel 2002 Mwepu confesserà di aver calciato per paura, paura di un possibile 4-0 del Brasile. Tutta la squadra era spaventata. Joseph-Désiré Mobutu, il grande burattinaio che teneva in pugno lo Zaire, aveva minacciato la squadra e detto ai giocatori che in caso di sconfitta superiore al 3-0 non avrebbero fatto ritorno a casa. Troppo indigesto, per lui, il rovinoso 9-0 contro la Jugoslavia nella seconda gara del girone.

Ma gli dei del calcio hanno fretta e spostano la loro attenzione ad Amburgo. In campo c'è tutta la Guerra Fredda, l'Est contro l'Ovest, le due anime della Germania divisa dal muro. Qui l'eroe si chiama Jürgen Sparwasser e gioca per l'Est. La gara è in equilibrio per lunghi tratti, ma al 77' Erich Hamman fa partire un cross verso l'area dell'Ovest, Sparwasser sfugge ai difensori, controlla e fulmina il portiere. Il mondo trattiene il fiato per i successivi 13 minuti, ma il muro dell'Est regge e al triplice fischio l'universo del pallone è ribaltato, almeno per una notte.

Franz Beckenbauer parla di sconfitta «che farà bene» e porta i compagni a bere e fumare tutta la notte.

Alla fine avrà ragione lui. In finale domeranno l'Olanda del calcio totale guidata da Johan Cruyff. Ma nella storia resterà anche Sparwasser, almeno fino al 1989 quando deciderà di scappare all'Ovest. Ma questa è un'altra storia.

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