Conte con il fiato sul collo

Quando Napoli e Inter saranno in campo, la Dea (ospita il Venezia) potrebbe essere in vetta coi nerazzurri. Sulla sfida incombe la polemica per la bestemmia di Lautaro

Conte con il fiato sul collo
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Il sabato da scudetto comincia a Bergamo, alle 3 del pomeriggio. Atalanta contro Venezia: occhio alle trappole, ma pronostico scontato. Così quando Napoli e Inter scenderanno in campo per la resa dei conti, al tavolo dello scudetto potrebbero essere seduti in 3 e la classifica potrebbe avere un'altra faccia. Non solo Inzaghi e Conte, ma anche Gasperini, che nell'ultimo mese ha fatto meglio dei rivali, pur perdendo punti in casa contro Torino e Cagliari. Conte ha fatto peggio, appena 3 in 4 partite. Inzaghi poco meglio, 6 punti su 12. Febbraio da dimenticare? «Una passeggiata se confrontato con agosto», scherza ma non troppo il tecnico del Napoli. «Partita che influirà sulla classifica, sicuramente. La nostra posizione deve inorgoglirci e non metterci pressione». Il rebus è come sostituire Anguissa, il modulo è scontato, a specchio sull'Inter, potrebbe rivedersi persino Gilmour, uno degli acquisti estivi meno utilizzati, e dire che l'aveva voluto proprio Conte. Speranze offensive nei piedi di Raspadori (due gol nelle ultime 2 da titolare) e ovviamente Lukaku, l'ex che l'Inter e gl'interisti non hanno mai perdonato, una sfida mai banale.

Inzaghi recupera Thuram e difende Lautaro («in tre anni e mezzo non l'ho mai sentito dire una parolaccia») prossimo al deferimento per la bestemmia al termine di Juventus-Inter. Alla fine l'audio c'era, bastava cercarlo, e conferma quanto da tutti presunto e dal giocatore negato (perché poi? Il silenzio è molto meglio di una bugia). Lautaro se la caverà con una multa, patteggiando. Se il procuratore si fosse mosso prima, la squalifica sarebbe stata pressoché certa. Distingui regolamentari, del resto tutto il calcio ormai è un cavillo, dai falli di mano ai minuti di recupero.

Non è probabilmente un caso che Inzaghi accenda un faro sulla propria bacheca, proprio prima di affrontare chi l'ha preceduto sulla panchina nerazzurra. «Cercheremo di aggiungere altri trofei, sapendo dove è iniziato il nostro percorso. Nel tempo, un altro bel trofeo è stato aiutare la nostra società, che tre anni e mezzo fa era in una situazione economica diversa, è una cosa positiva e sono contento per la società e i dirigenti».

Resta che finora l'Inter è mancata proprio nelle sfide con le squadre più forti, quasi tutte giocate dopo una partita di Champions e non prima come oggi. Magari è un vantaggio.

All'andata finì in parità, col rigore sbagliato da Calhanoglu e i retropensieri e le allusioni di Conte, uno molto più bravo e allenato di Inzaghi a giocare sul terreno scivoloso della polemica. «Con l'Inter di mezzo, c'è sempre qualche parola in più», dice per esempio stavolta il tecnico nerazzurro, senza chiarire il bersaglio (che se fosse la questione Lautaro, onestamente parrebbe un autogol).

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