La rinascita di zio Matteo. Berrettini vince a Gstaad. "Energie di 6 anni fa"

Torna tra i primi 50, poi la dedica. "Al nipote che sta per nascere"

La rinascita di zio Matteo. Berrettini vince a Gstaad. "Energie di 6 anni fa"
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«Sento le energie di 6 anni fa». Ovvero quando Matteo Berrettini vinse il suo primo torneo Atp: una vita è passata e praticamente ora è una rinascita. È di nuovo a Gstaad che Matteo rimette in piedi la sua carriera, finalmente senza la paura di potersi far male di nuovo: ha aspettato con pazienza, ci aveva riprovato inutilmente sull'erba, è dalla terra rossa che sorride e sa che davvero forse il peggio è passato. Vittoria, insomma, in finale contro il francese Quentin Halys, vittoria per 6-3, 6-1. Vittoria come ad aprile a Marrakech, ma questa è un'altra storia, perché i cattivi pensieri sono passati, e soprattutto perché adesso Berrettini torna nei primi 50 del mondo, un anno dopo e dopo essere finito il 4 marzo scorso al numero 154: «È una sensazione incredibile ha poi dichiarato , mi sembra di averlo vinto ieri qui il mio primo titolo, invece sono passati sei anni. È successo tantissimo nella mia vita e nella mia carriera in questo periodo, ma Gstaad resta per me un posto molto speciale, sono davvero molto felice». Un successo «grazie alla famiglia: senza di loro non sarei qui adesso, non avrei messo a posto quello che avevo nella mia testa. E dedico questo trofeo a mio nipote che nascerà domani a Roma».

La festa sarà dunque completa oggi, e che sia un trionfo importante lo indica anche il fatto che zio Matteo diventa il terzo italiano di sempre per tornei vinti: nove come Fognini, dietro solo a Panatta (10) e Sinner (14): «È una sensazione incredibile, finalmente sento di essere tornato al mio tennis migliore. Quest'anno, quando ho iniziato la mia stagione a marzo, pensavo chiaramente alla classifica: avevo tanti dubbi legati al ranking e al fisico, ma quando la condizione psico-fisica è buona tutto viene di conseguenza. Adesso l'obbiettivo è chiudere il 2024 in top 30 per poter giocare l'Australian Open 2025 come testa di serie, e per farlo spero di riuscire a far bene anche allo US Open e durante la trasferta sul cemento americano».

Sogni possibili di una domenica speciale, che poteva esserlo ancor di più visto che Rafa Nadal a Bastad era tornato a giocarsi una finale dopo due anni.

Niente lieto fine però: provato per le battaglie dei giorni scorsi (nei quarti ha impiegato 4 ore per superare l'argentino Navone), ieri ha perso contro Nuno Borges, uno che tempo fa avrebbe liquidato con un punteggio simile. Ma niente drammi, la meta è la Parigi Olimpica: «Questa settimana ho vinto quattro match di fila: non succedeva da un po' - aveva detto alla vigilia. Ho lottato e dato tutto». Non è bastato.

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