Il riposino di Ceccon risveglia le polemiche sul villaggio olimpico

L'azzurro si scaglia ancora una volta contro i disagi affrontati dagli atleti

Il riposino di Ceccon risveglia le polemiche sul villaggio olimpico
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La foto fa il giro del mondo. Anzi è il fermo immagine di un video. Girato e postato sui social dal canottiere arabo Husein Alireza. Il protagonista è Thomas Ceccon, medaglia d'oro azzurra dei 100 dorso. Il filmato si riferisce a un pomeriggio assolato (sabato o venerdì). Sdraiato sul prato del villaggio olimpico, in divisa ufficiale della spedizione, posato su un asciugamano. Le scarpe appaiate in un angolo. Lo zaino vicino alla testa. La Federnuoto derubrica il fattaccio a una pennichella pomeridiana durante una passeggiata, ma è lo stesso Ceccon - lingua sciolta, nessuna presenza di peli - a fare deflagrare la polemica: «Molti atleti si sono spostati, hanno fatto bene. Un mancato riposo può influire molto. Non sto a dirvi cosa c'era o non c'era nel villaggio. Per una gara importante come l'Olimpiade per i primi 3-4 giorni puoi resistere. La questione è se sei lì dieci giorni, poi con il cibo che c'è...».

Nella mattinata di sabato, anche il capitano della squadra, Gregorio Paltrinieri, e poi l'altra azzurra Simona Quadarella, hanno espresso le loro perplessità. Per Paltrinieri, addirittura, il villaggio olimpico parigino si è rivelato «il peggiore» tra quelli che hanno ospitato il campione nelle sue quattro avventure a cinque cerchi. «In camera non mi addormento mai prima delle due di notte, fa troppo caldo. Noi qui siamo i protagonisti ed è impensabile non avere l'aria nelle camere, non si possono trattare così gli atleti. Non siamo tutelati». La romana, doppio legno nelle lunghe distanze in vasca, aveva messo il carico: «Devo dire che c'è stato molto caldo, senza aria condizionata, tragitti di 40 minuti di autobus, tutto questo debilita molto. La notte si dorme male». Alcune delegazioni si sono attrezzate. Stati Uniti, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Francia, hanno scelto di installare refrigeratori portatili per i loro atleti, ma altre - Italia inclusa - devono farne a meno.

Altra nota dolente è il cibo. Il presidente del comitato organizzatore Tony Estanguet ha sottolineato come Parigi 2024 punti a dimezzare le emissioni medie di anidride carbonica per pasto, offrendo più cibo vegetariano. Sono stati anche assunti diversi chef stellati come consulenti per lavorare al fianco della multinazionale francese Sodexo, appaltatrice del servizio di ristorazione. Ma nei primi giorni al villaggio, un ex impianto di produzione di energia elettrica a carbone riconvertito da Edf, sono state richieste più bistecche, uova e piatti abbondanti. La superstar americana della ginnastica Simone Biles si è lasciata scappare qualche critica per l'area ristoro da 3.300 posti a sedere, che presenta sei diverse zone che offrono pasti da tutto il mondo. «Non si tratta di vera e propria cucina francese, come quella che potreste mangiare voi ragazzi perché siete fuori dal villaggio». Il campione olimpico italiano dei 100 metri Marcell Jacobs ha definito il villaggio «bello, il cibo no», una valutazione condivisa dalla due volte campionessa mondiale dei 200 metri della Giamaica Shericka Jackson.

Come se non bastasse riesplode il caso della Senna. Il Belgio si ritira dalla staffetta mista di triathlon perché Claire Michel, membro del team, si è ammalata ed è stata ricoverata in ospedale: è il primo caso di escherichia coli ai Giochi. Michel aveva partecipato alla gara di mercoledì. Ieri le prove per le gare a squadre sono saltate.

Il fiume appare di un poco invitante color nocciola, i temporali serali attenuano la canicola, ma sporcano irrimediabilmente il corso d'acqua, che dovrebbe ospitare anche il nuoto in acque libere. È un nodo di Gordio: se piove si dorme freschi, ma non si gareggia nella Senna. Serve un Alessandro Magno, ma qui Macron è andato in vacanza.

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