Era una domenica di sole, di piena primavera. I televisori trasmettevano le immagini in diretta dal circuito di Imola, dove Ayrton Senna era appena uscito dalla curva del Tamburello schiantandosi a 306 chilometri orari contro un muretto di cinta della pista. Moriva uno dei piloti più forti di sempre, iniziava la leggenda. In quello stesso momento a Benevento una squadra e una città si tiravano fuori dalle secche del calcio dilettantistico per tornare al professionismo del calcio, in serie C2. I tifosi giallorossi che già allora andavano in gradinata al Santa Colomba ti snocciolano la formazione come un rosario: Vincenzo Rodia in difesa, Ferruccio Mariani e Silvio Paolucci a centrocampo e in attacco il mitico bomber Nicola D’Ottavio, un tipo da 200 gol in carriera. Ci fu il giro di campo, fu uno “scudetto” indimenticabile firmato anche dal presidentissimo Mario Cotroneo.
Da allora è stato un susseguirsi di emozioni e delusioni, la serie C1 sfiorata più volte ma quasi sempre sfuggita di mano a un metro dal traguardo nella maledetta lotteria dei play off. Quasi sempre a festeggiare erano gli altri: il Crotone, il Potenza, la Juve Stabia e così via. Poi arrivò il 13 giugno 1999, stadio di Lecce. Il Benevento si giocò la partita spareggio più difficile, quella contro un Messina che aveva conteso fino all’ultimo la vittoria di quel campionato al Catania. In panchina sedeva Franco Dellisanti, a condannare il Messina fu un palermitano, Rosario Compagno, che al minuto 109 di una partita infinita trafisse gli avversari e portò i giallorossi in paradiso. La festa nello stadio, i caroselli in città fino all’alba. Era la C1, come si chiamava ancora all’epoca.
Poi andamenti da ottovolante, spareggi per la serie B crudeli. Passano altri anni di amarezze a un filo dal traguardo, fin quando, il 30 aprile 2016 il Benevento batte il Lecce in casa per 3-0 con mister Auteri e conquistano una serie B che fa impazzire la città. Che si rialza così anche dalla devastante alluvione del fiume Calore che il 15 ottobre 2016 l’aveva messa in ginocchio.
Il resto è cronaca che si fa subito storia: i paly off per la serie A una marcia trionfale e ragionata, il gol di Pucsas che spegne il Carpi, una città, una provincia che dalla Valle Caudina alla Val Fortore si stringe attorno ai suoi eroi e li porta in trionfo con il mister Marco Baroni. E il presidente del doppio salto, Oreste Vigorito.
Ultimo, ma più importante, il pensiero per Carmelo Imbriani. Sannita di Ceppaloni, calciatore del Napoli (firmò una vittoria degli azzurri contro l’Inter nella stagione 1995/96) è stato una bandiera del Benevento. Prima da calciatore, 4 stagioni, 133 presenze e 7 gol. Poi da allenatore sia degli allievi che della prima squadra, nel campionato 2011-2012. Un linfoma di Hodgkin lo strappò alla sua gente il 15 febbraio 2013.
C’è da stare certi che l’urlo più forte per questa storica promozione è stato il suo.Il Benevento si prende la serie A per la prima volta da quand’è nato, il 6 settembre 1929, nello storico campo sportivo Meomartini. Ma non è stata una salita lungo una scala di cristallo. Perciò godetevela, sanniti!
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