Il ritorno di Jacobs più forte di tutto e tutti. È un altro sprint d'oro

Il campione olimpico conquista il trono europeo dei 100 in una stagione tormentata dai guai

Il ritorno di Jacobs più forte di tutto e tutti. È un altro sprint d'oro

Muscoli di seta, testa da campione, un calcio alle sventure in una notte magica senza vento. Marcello Jacobs esce dal fiume delle malvagità e rientra in quello delle delizie vincendo il titolo europeo dei 100 metri in 995 lasciando a 3 centesini l'inglese Hughes e quasi un metro l'altro britannico Azu che lo sbirciava dall'ottava corsia mentre lui si metteva la corona. Si è portato al traguardo mesi di tormenti, un bagno misterioso dopo l'amarezza del mondiale lasciato prima di vedere i tori nell'arena di Eugene.

Ieri, invece, anche con quel tape tricolore sul polpaccio sinistro che ci aveva fatto tremare, è entrato da protagonista nel cinema paradiso di questa eurolimpiade organizzata a Monaco di Baviera dove lo sport italiano, cominciando dalla ginnastica femminile, per finire al ciclismo si pista si è proprio reinventato nel torrido di un'estate con tanti problemi.

Ne aveva di sicuro molti anche Jacobs perché dopo l'oro olimpico, il titolo mondiale indoor si è trovato contro gli stessi dei che aveva sbalordito. Per dargli carica e serenità l'Italia dell'atletica si era svegliata bene. Bronzo di Giupponi nella marcia, bronzo sui 5000 per Crippa, primato italiano nel decathlon di Dester che aveva portato via dopo 26 anni il record italiano al caro Poserina.

Notte magica finalmente, dopo tante notti girandosi dall'altra parte per non vedere tutti gli sfidanti nel saloon che lo aspettavano al varco insieme alla cattiva salute muscolare. Notte speciale portandosi dietro nella finale il due metri comasco Chituru Ali, al record personale di 1012 e poi soltanto spettatore in fondo alla fila nella corsa del suo principe elettore nella velocità che aveva ispirato anche un'altra italiana di nuova generazione, la Zaynab Dosso finalista nei 100 donne andato in scena nel tripudio italiano intorno a Jacobs e Camossi, i due grandi vincitori della notte.

Già in semifinale avevamo capito che tutto era cambiato nella notte bavarese dopo gli incubi dell'Oregon. Ha stravinto in 10 netti lasciando che le gambe andassero avanti, mentre le spalle gli dicevano calmati.

Ci eravamo preoccupati vedendolo un po' teso e con quel tape protettivo. Un brivido, ma poi quando è rientrato nella musica della presentazione con tutte le luci addosso e lo stadio dei 60 mila al buio allora non abbiamo più avuto dubbi. Come ha detto lui alla fine non il tempo che voleva, ma quando dopo 30 metri aveva lasciato luce fra i suoi chiodi e il campione uscente inglese Hughes allora era già ora di brindare. Non la progressione di Tokio, non la rabbia di Belgrado, ma soltanto la consapevolezza di un campione maturo.

Un'altra notte da numero uno.

Chiedergli di più sarebbe esagerato anche per chi dubitava, augurargli buon matrimonio è l'unica cosa che dobbiamo fare sapendo che l'anno prossimo ci saranno altri mondiali e poi arriveranno le Olimpiadi a Parigi. Nella speranza che possa anche lavorare sereno per lasciare fuori dal saloon altri sfidanti.

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