Miami - Era unico, ora è anche primo, LeBron James, finalmente vincitore del titolo Nba (4-1 su Oklahoma City), alla terza finale disputata, ed è come se l'avesse vinta lui, perché tutti i tentativi (suoi) di deviare verso i compagni di squadra le attenzioni sono stati vani. Andando a Miami nell'estate del 2010, con “La Decisione” (sì, maiuscolo) annunciata in uno speciale tv con intervistatore prezzolato, James si era giocato una quantità immensa di simpatie.
Troppo bravo, troppo forte, troppo tutto, ma non sembrava mai spaccare il mondo nei momenti decisivi, accuse spesso faziose e maligne, ma sempre più diffuse. Se l'è cercata, non se n'è mai pentito e questa volta ha dominato, riconoscendo di avere giocato con "amore", invece che con l'odio dello scorso anno. Tradotto: è andato in campo per vincere, non per dimostrare qualcosa.
E l'ha fatto, vincendo il primo titolo a 27 anni e sette mesi, un anno prima di Michael Jordan, che però ci
arrivò in otto stagioni, mentre LeBron ce ne ha messa una in più, nove. È evaso finalmente dalla prigione psicologica in cui si era fatto rinchiudere, ma al primo passo falso i gendarmi, senza cuore, riprenderanno la caccia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.