
Si può essere contemporaneamente di rottura e non di rottura, rivoluzionari e non rivoluzionari? Da ieri si può. Succede nello sport, affascinante metafora accelerata della vita, dove tutto scorre più intensamente. L'elezione di Kirsty Coventry alla guida del Cio, splendida ex atleta e ottima politica, prima donna dopo 131 anni, prima africana, rappresenta questo cortocircuito delle aspettative. Da una parte, lo scranno più alto del governo mondiale dello sport cambia padrone e, finalmente, anche sesso. Un conto era, come negli ultimi anni, dedicarsi al raggiungimento della parità uomo-donna nel numero di atleti partecipanti ai Giochi, un altro infrangere, con colpevole ritardo, il tabù di un presidente in rosa al comando di quegli stessi Giochi. Se questo rappresenta l'elemento di rottura e la rivoluzione attesa da molti, al tempo stesso è però l'elemento di continuità e mantenimento dello status quo olimpico. Perché Coventry è il delfino del presidente uscente Thomas Bach; perché già in piena estate, a Parigi, il novero dei potenziali candidati la vedeva in testa alle preferenze; perché con lei continuerà ad essere un Cio del politicamente corretto, dell'inclusione a tutti i costi di generi sessuali, di intersessualità e iperandrogismi che, se nella vita di tutti i giorni è sacrosanto che non subiscano discriminazioni, al contrario provocano discriminazioni nello sport che si poggia su competizione e prestazione. Il caso, l'estate scorsa, di Imane Khelif, è solo uno degli esempi. Alla vera rivoluzione avremmo assistito se, anziché arrivare ultimo, ignorato dai membri Cio, avesse vinto Sebastian Coe, n°1 dell'atletica mondiale e come la Coventry ex olimpionico e politico di razza.
Nella sua atletica non c'è infatti spazio per transgender, intersessuali o iperandrogini (si pensi al famoso caso Semenya). Chi vuole gareggiare fra le donne, deve sottoporsi a cure per rientrare nei parametri ormonali femminili. A parole può sembrare terribile, ma è il gesto più importante e rivoluzionario per rispettare proprio le donne.
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