Scherzi del destino e del calendario. E di un turno infrasettimanale che potrebbe salvare difficilmente in maniera definitiva la panchina di Juric. Che l'anno scorso guidava il Toro, avversario giovedì della Roma che ormai è «sua» solo per la forma: nella sostanza, il tecnico croato non l'ha forse mai avuta in mano e certamente non ce l'ha più adesso, dopo il clamoroso ko di Firenze contro la Viola.
Quanto ai granata, hanno appena battuto il Como e si sono messi alle spalle quattro sconfitte in fila, tre in campionato e una in Coppa Italia: nessuno contesta Vanoli e ci mancherebbe, ma l'atmosfera intorno alla società resta pesante perché il presidente Cairo è ai minimi di popolarità ormai da mesi, contestato per una tirchieria manifesta e per una programmazione che in sostanza non c'è mai stata. Per di più, ieri il quotidiano La Stampa ha reso manifeste alcune voci (più che altro: speranze da parte di migliaia di tifosi) che in città girano da mesi secondo cui la recente sponsorizzazione di Red Bull alla società granata farebbe da preludio a un possibile acquisto della società: Cairo ha smentito già in mattinata, ma l'aria intorno alla società si è fatta comunque pesante a dispetto di risultati che, sul campo, sono al momento accettabili. Nulla accadrà comunque in tempi brevi e, addirittura, tra poche settimane Cairo diventerà il presidente granata più longevo della storia superando Pianelli, ovvero colui il quale ha regalato al Toro l'ultimo scudetto nell'ormai preistorico 1976.
A Roma non stanno certo meglio. Le voci attorno ai Friedkin dopo l'acquisto dell'Everton parlano di una possibile cessione del club giallorosso: le ultime mosse del club alimentano l'ipotesi auspicata dai tifosi in aperta contestazione con la proprietà americana. E Juric, appunto, è una sorta di «dead man walking»: il gruppo lo ha mollato (si narra di una clamorosa litigata con Mancini, a Firenze) e forse non l'ha mai accettato davvero, i risultati sono pessimi e la società sostanzialmente non esiste, dal momento che i Friedkin hanno lasciato il ds Ghisolfi solo come un cane a gestire tutta la baracca dopo l'addio della Ceo Lina Souloukou. La quale, sia detto non troppo per inciso, aveva deciso praticamente in prima persona di dare il benservito a De Rossi scegliendo poi Juric, il cui calcio nulla aveva a che vedere con quello proposto dall'ex Capitan Futuro.
Con queste premesse, sempre che non capiti qualcosa oggi (leggi: ritorno di De Rossi con Ranieri dg, oppure Sarri o chi per esso), giovedì Juric ritroverà il Toro da lui allenato nelle ultime tre stagioni: scherzi del destino e del calendario, appunto.
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