Sì a playoff e algoritmo. E per chi prova a barare retrocessione d'ufficio

Passa la linea Gravina, contraria la Lega Calcio. Se si violano i protocolli sanitari pene severe

Sì a playoff e algoritmo. E per chi prova a barare retrocessione d'ufficio

Conviene giocare. A tutti. Ai contrari e ai favorevoli alla ripresa del campionato. Perché non ci sarà altra via di fuga se non i playoff e playout in un caso e l'algoritmo semplificato nell'eventualità (scongiuri autorizzati) il ritorno del virus dovesse procurare lo stop definitivo. È passata, secondo pronostico, la linea del presidente Gravina ma senza strappi polemici con i tre rappresentanti della serie A che hanno votato contro il piano b e ottenuto in cambio di concordare il format. Dal Pino e Marotta (Lotito è rimasto in silenzio), coerenti col mandato ricevuto, hanno provato a sollecitare un ripensamento sul blocco delle retrocessioni dalla A alla B ma sul punto si sono trovati dinanzi a un muro invalicabile: 18 voti contro e solo 3 a favore, i rappresentanti della serie B non hanno avuto bisogno di minacciare rivolte. «Non c'è soluzione migliore oltre al campo che confrontarsi con play off e play out: è sempre meglio un mini torneo rispetto all'algoritmo che è stato chiarito» la spiegazione pacata di Gravina, reduce, avvenuto la sera prima, da un confronto serrato col presidente del Torino Cairo. Non c'è stato lo strappo, alla fine e molti dei presidenti che hanno votato la proposta del blocco retrocessioni, hanno capito che è venuto il momento di tornare al primato del merito sul campo e al calcio giocato.

Nello specifico, il piano b non è stato ancora definito in tutti i suoi dettagli: si balla tra 4 e 6 squadre chiamate a contendersi scudetto in cima ed evitare la retrocessione in coda. Nessun titolo assegnato nel caso invece di algoritmo che ha una formula semplificata: si farà una media ponderata che tiene conto dei punti realizzati in casa e in trasferta moltiplicata per le restanti gare da disputare. Su questo dettaglio specifico, è arrivato anche l'ok della Lega. Conviene a tutti giocare perché, anche qui si tratta di una conferma, è stata approvata la norma aggiuntiva del codice di giustizia sportiva che inasprisce le pene per eventuali violazioni dei protocolli sanitari: si passa dalla semplice ammenda, alla penalizzazione afflittiva per finire addirittura con la retrocessione. Non si scherza con le provette. Sulla quarantena, Gravina ha lasciato aperto uno spiraglio («ci sono contatti in corso con i ministri Speranza e Spadafora e le condizioni per ammorbidirla»). Anche la Lega Pro - che aveva votato una soluzione diversa - ha dovuto ingoiare lo stesso rospo: promosse in B le prime dei rispettivi gironi (Monza, Vicenza e Reggina), play off per 27 club più la vincitrice della coppa Italia) e play-out con data d'inizio il primo luglio. Idem per i nove gironi dei dilettanti, il cui presidente Sibilia è stato il decisivo e leale alleato di Gravina per uscire dalla curva con un prezioso successo politico. Solo il calcio femminile ha decretato lo stop e Gravina si è dispiaciuto («sarebbe stato un bel segnale» il rimpianto): scudetto non assegnato, Juve e Fiorentina in Champions, Milan terzo e beffato (pari punti, pari scontro diretto con i viola in vantaggio del quoziente reti).

È il penultimo ostacolo saltato, poi rimarrà la quarantena. Nei prossimi giorni riunione del consiglio di lega per eliminare i supplementari dalla coppa Italia che può partire senza questo fardello. Adesso conviene davvero solo giocare.

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