Se il calcio non è solo gloria, ma fragilità

Le "Storie maledette" di Maida: tragedie dolorose e misteriose

Se il calcio non è solo gloria, ma fragilità
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Quattordici storie di calciatori ribelli o fragili, rapiti da un destino per così dire «storto». Storie sconvolgenti che ci ricordano come anche lo sport più popolare del mondo nasconde segreti indicibili. E che i calciatori «sono esseri umani con i loro problemi», come ricorda nella post-fazione l'ex portiere ora dirigente di club Morgan De Sanctis.

Da Taccola ad Astori e Fortunato passando per Maradona, unico straniero della raccolta, Meroni, Di Bartolomei, Re Cecconi, Scirea, Bergamini, Giuliani e Garella, Pisani e Rogliani. Atleti finiti dall'altare alla polvere in un attimo. Roberto Maida, giornalista del Corriere dello Sport, ce li racconta in «Storie maledette del calcio» (Diarkos editore, 336 pagine, 18 euro). Dal 1889 universalmente riconosciuto come l'anno zero del calcio sono ottantotto i giocatori deceduti sul rettangolo verde. Maida narra di morti dovute a cure «speciali», suicidi inspiegabili che hanno lasciato sgomenti, terribili agonie provocate da malattie rare. E poi omicidi, in molti casi ancora senza un colpevole.

Dunque, il racconto delle tragedie più dolorose e misteriose della storia del nostro football, arricchite con testimonianze, inchieste e aneddoti straordinari. Tutto ciò che - come viene sottolineato nella copertina del libro - videocamere e microfoni non hanno mai potuto raccontare. Maida riavvolge il filo delle loro carriere e delle loro vite, mostrandoci il lato umano e dando a ognuno un pizzico di splendore che li renda immortali. Una materia tosta con storie che non vogliono (o non possono) essere divulgate ma raccontate dall'autore con delicatezza e non solo con la curiosità del bravo cronista.

Non è un'antologia, nè c'è una graduatoria tra calciatori più famosi e meno famosi tanto che le storie possono essere lette in ordine sparso.

Il calcio è solo il contorno di una narrazione che entra anche nel contesto storico della vicenda. È un libro che piacerà agli amanti e non del pallone: tutti infatti potranno avvicinarsi alla fragilità e alla caducità che spesso non associamo alla vita di un calciatore.

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