Se un gol cambia la vita. L'Italia dei baby bomber ora si mangia le mani

Chiesa e Cutrone promossi, Kean bocciato pure in condotta: agli azzurrini manca una rete

Se un gol cambia la vita. L'Italia dei baby bomber ora si mangia le mani

Uscire di casa mezz'ora dopo il dovuto e sperare che il treno sia in netto ritardo. Non riuscire a pareggiare contro la Polonia e auspicarsi, ora, che Romania e Francia non trovino il tacito accordo per pareggiare loro e andare assieme alle semifinali, come prima e seconda del gruppo C, e alle Olimpiadi. Brutti vizi, angosce che proiettano su altri i propri difetti: al di là delle elucubrazioni di cui leggete anche nel riquadro, con quel solo gol in più, quello del pareggio contro una Polonia dimostratasi poi davvero vulnerabile di fronte alla Spagna, l'Italia Under 21 avrebbe addirittura vinto il girone ed eliminato qualsiasi tipo di retropensiero. Sarebbe stata prima in modo solare e per assurdo anche meritato: anche se gli spagnoli hanno dimostrato di avere più talento e più maniere di farlo emergere, approfittando del vantaggio rapido contro i polacchi per impedire loro di chiudersi e colpirli a ripetizione, portando la differenza reti a livelli irraggiungibili dagli azzurrini.

Una formula così, fatta per accorciare i tempi di durata del torneo e promuovere davvero i migliori, non fa sconti e ora ci si riduce alla solita litania sul biscotto tra francesi e romeni, obiettivamente possibile anche al di là della convenienza di ciascuna delle due squadre, che hanno sconfitto l'Inghilterra rispettivamente 2-1 e 4-2 segnando metà dei loro gol negli ultimi 2' più recupero, per dire di come sia sempre sottile il confine tra successo e fallimento. L'Italia continua ad essere quella che ha creato di più (22,3 tiri a partita di media) ed è quarta nella precisione dei passaggi (87,2% secondo i dati del sito whoscored), oltre ad avere in Federico Chiesa, autore della metà dei sei gol segnati, uno dei migliori giocatori del torneo, ma anche i numeri più netti possono nascondere la verità: per dire, l'Inghilterra è fuori dalla seconda partita pur avendo il terzo tempo di possesso palla e la seconda precisione nei passaggi.

Nel caso dell'Italia il guaio sta nell'aver subito sempre gol, anche se quello contro il Belgio è diventato ininfluente perché sfugge al conteggio della differenza reti tra le tre che hanno chiuso a sei punti. Tra le varie colpe addossabili al Ct Gigi Di Biagio c'è sicuramente la scelta di non avere avuto un quartetto difensivo fisso e dunque omogeneo nell'intesa, ma con le partite a distanza ravvicinata ha prevalso la volontà di rotazione.

Eppure l'idea è che il talento della squadra sia inferiore alla somma di quello dei singoli e che basti poco per farlo emergere, al punto che in caso di qualificazione l'Italia potrebbe davvero pensare di potersela giocare con chiunque, visto l'organico: unico assente vero Andrea Pinamonti, ma l'attacco in qualche modo ha funzionato grazie a Chiesa e, nelle ultime due partite, Patrick Cutrone, mentre sono venuti meno Moise Kean e Nicolò Zaniolo, non solo per l'esclusione dalla terza partita per motivi disciplinari - impeccabile, qui, il Ct, anche se il giocatore della Roma era comunque squalificato - ma anche per la mancanza di incisività quando sono stati in campo, a dispetto della grande nomea acquisita negli ultimi mesi.

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