Le cause del degrado azzurro nato dopo il trionfo del 2006

Troppi calciatori sopravvalutati, numero eccessivo di stranieri anche in Primavera, assenza di idee nuove

Roberto Mancini cerca l'accesso a Qatar 2022
Roberto Mancini cerca l'accesso a Qatar 2022

Il degrado del calcio azzurro viene da molto lontano, dal 2010 - ultimo successo di un club italiano in Champions league, l'Inter di Mourinho - interrotto parzialmente dalla finale di Kiev (ct Prandelli 2012), dall'europeo di Antonio Conte (2016) e dal trionfo inglese di Roberto Mancini (2021). Paragonare la disfatta di Ventura a quella di Palermo con la Macedonia è una prova di brutale superficialità che testimonia la povertà di analisi. Se la striscia è così lunga, va apprezzato maggiormente quel mese in cui Biancaneve è stata invitata al ballo reale e la sua zucca si è magicamente trasformata in una carrozza di cristallo. Poi, scoccata la mezzanotte, siamo tornati quelli di sempre e non c'è nessun principe di buona volontà capace di salvare Biancaneve dal suo malinconico destino. Perciò - a meno di una ritirata dello stesso Mancini - liquidare questo ct, il suo staff e il suo lavoro, può essere un errore aggiunto alla catastrofe. Ricostruire non è come ricominciare da zero, partendo questa volta da Wembley invece che da San Siro contro la Svezia. Così in chiave politica. Abbiamo una classe dirigente poco incline ai cambiamenti, molto litigiosa e interessata solo al proprio orticello. Gravina, il presidente federale, ha idee, progetti e gode di una solida maggioranza. Se la Lega di serie A - negandogli la settimana di pausa - pensava di utilizzare il disastro mondiale per mandarlo a casa, ha commesso l'ennesimo autogol.


SOPRAVVALUTATI


Gabriel Batistuta, qualche giorno fa, ha spiegato: «Se avessi guadagnato a 20 anni i miliardi (di lire, ndr) guadagnati a 30 non avrei fatto la stessa carriera». Vale per i nostri calciatori, alcuni dei quali sono coccolati, viziati, sopravalutati con contratti molto ricchi e di lunga scadenza, senza meritarli a livello internazionale. Donnarumma è il portiere migliore al mondo per decisione del suo agente e dei relativi trombettieri: appena uscito dalla comfort zone è andato incontro a due naufragi tra Madrid e Palermo. Così Berardi, in formissima nel campionato, tanto da risultare abbinato al valore di 30 milioni (30 milioni di cosa?,ndr) per trascurare Insigne che non salta più nemmeno un primavera o Immobile, spietato bomber dalle nostre parti ma appena supera il confine di Chiasso, diventa un anonimo centravanti. Ecco il primo punto: li paghiamo troppo e li consideriamo campioni senza la specializzazione internazionale.


STRANIERI E PRIMAVERA


La presenza di stranieri nei diversi campionati è diventata un'autentica invasione anche per questioni fiscali (si paga il 50% meno di tasse rispetto a un italiano). Ma non abbiamo, a dire il vero, italiani di grande futuro fuori dal giro. L'under 21 ha schierato centravanti Lucca che ha fatto 6 gol in serie B nei primi turni e poi basta ed è stato valutato 10 milioni! Nelle formazioni primavera c'è soltanto il 30% di italiani: che futuro hanno le nostre nazionali giovanili con queste percentuali? L'under 20 di Bollini che ha giocato giovedì sera con i pari età della Germania giovedì sera ha faticosamente in 11 contro 9 guadagnato l'1 a 1 avendo un deficit fisico oltre che tecnico impressionante.


IDEE E SCHEMA NUOVI


Non c'è bisogno soltanto di nuovi format per i campionati. Tre gironi di serie C, uno di B superaffollato e 20 club in serie A sono forse troppi per l'economia del Belpaese tanto da giustificare l'arrivo di fondi stranieri. C'è bisogno di nuove idee, di una nuova leva di allenatori (il supercorso di Coverciano non può durare poche settimane) e soprattutto di metodi diversi nella conduzione degli stessi club. Oggi vincolare un calciatore promettente di 20 anni a un contratto ricco di 4-5 milioni di euro è una follia: devono guadagnarsi ogni giorno il futuro. Abbiamo bisogno di allenatori che migliorano i calciatori. Italiano, a Firenze, è uno di questi, De Zerbi negli anni di Sassuolo ha assolto la missione e consegnato al successore un gruppo di qualità capace di giocare a memoria.


SFRUTTARE LA DELUSIONE


Come utilizzeremo quel mese tra

novembre e dicembre dedicato al mondiale? Se riusciremo a realizzare qualcosa di utile davvero e a studiare nel frattempo le riforme, forse un giorno potremo benedire quel golletto preso da Donnarumma da 23 metri di distanza.

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