Milano I Carota Boy sono lieti di invitarla alla terza edizione di...». E uno pensa subito a una convention di vegetariani pregustando il buffet a base di verdure e ortaggi dove il massimo della trasgressione è magari un rapanello intinto in olio aromatizzato al tartufo. E invece qui, nell'hotel gran lusso di Milano dove ieri i carotoni si sono dati appuntamento, di pinzimonio neppure una foglia; solo bevande calde e pasticcini. Ma a sfamare l'appetito generale bastava (e avanzava) il Super Jannik dai capelli ramati (dalla cui nuance tricologica i carotoni hanno preso ispirazione cromatica). Così i fan bio-carnascialeschi del tennista italiano n.1 al mondo se lo sono divorato con gli occhi, incollati al maxischermo. Che spettacolo ammirare Sinner, nella giungla degli Us Open, imbattersi nella criniera di Taylor Fritz, domato alla fine come tutti i leoni che al cospetto del Tarzan altoatesino possono, al massimo, ruggirgli contro, senza riuscire mai a sbranarlo. Scontro epico: ennesimo trionfo accompagnato appunto dal tifo dei carotoni che non mollano mai, visto che la loro presenza in costume d'ordinanza porta davvero fortuna. Ogni volta che infatti spuntano loro, The Fox (il nomignolo selvaggio di Jannik) sbatte la porta in faccia agli avversari: sbam! Anzi, slam! Ma non fatevi ingannare dall'outfit folkloristico dei carotoni foderati di arancione: notati perfino dal New York Times, sono un fenomeno dilagante con tanto di «business hub» che ne gestisce marketing e comunicazione. E fare i selfie con i carotoni è diventato per Jannik un rito scaramantico. E a portare bene sono pure i «watch party» come quello di ieri allo Sheraton in zona San Siro: il popolo sinneriano davanti alla tv, occhi al cielo, devoto allo Zeus del tennis tutto casa e Olimpo. Di carotoni semoventi ce n'erano tanti e a ogni punto del loro dio pagano (con residenza a Montecarlo) si assisteva al miracolo di strane piante erbacee (dal cuore umano) che lanciavano grida di gioia.
Nella calca spicca un universitario dalle solide basi culturali, tanto da conoscere addirittura la differenza tra «l'amico Fritz» (la commedia lirica in tre atti di Pietro Mascagni) e «Fritz il gatto» (il felino porno dell'omonima striscia a fumetti di Robert Crumb).
Ma anche gli altri spettatori, meno acculturati, si sono goduto lo show sfoggiando magliette e cappellini in tinta «arancione Sinner» (un classico che ormai sfida perfino il celeberrimo «Blue Klein»).
In entrambi i casi, pura arte.. Del resto l'«energia vitale» si può trasmettere anche a migliaia di chilometri di distanza: da Milano agli States grazie alla televisiun che - come cantava Jannacci - la g'ha na forsa de leun.
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