Quattro vittorie di fila in campionato per l'Inter, tre per la Juventus. Squadre che stanno cercando di rimettere in sesto una classifica che non è ancora quella desiderata: domenica sera, a Torino, lo scontro diretto. In mezzo, l'ultimo impegno del girone di Champions: i nerazzurri sono già qualificati agli ottavi e domani sfideranno il Bayern Monaco in un match che non cambierà la classifica qualunque risultato ne esca, visto che i tedeschi hanno già blindato il primato nel girone. Mercoledì, invece, la squadra di Allegri ospiterà il Psg in una partita che la obbliga a ottenere almeno lo stesso risultato del Maccabi Haifa impegnato in casa contro il Benfica per garantirsi l'Europa League.
Di acqua sotto i ponti, prima che le due squadre si trovino una di fronte all'altra, ne deve insomma ancora passare parecchia. E, soprattutto nel caso della Juve, il rischio di un contraccolpo negativo nel caso di un pesante ko contro i francesi non va sottovalutato. Per di più, è vero che i bianconeri arrivano da tre successi di fila in serie A, ma sempre facendo il minimo indispensabile e faticando oltremodo: una vera svolta non c'è mai stata e, quando si è alzata l'asticella dell'avversario, il capitombolo è sempre arrivato puntuale. Anche se c'è un dato in controtendenza: i bianconeri hanno la miglior difesa del campionato con sette gol subiti. Primato che stona con tutte le critiche su gioco e dintorni. Dulcis in fundo, il capitolo infortuni: Allegri ha mezza squadra fuori e ieri ha registrato l'ingresso in infermeria di McKennie (retto femorale, 15 giorni) e Iling-Junior (caviglia, venti). Per la sfida contro l'Inter potrebbero essere forse recuperabili Bremer, Di Maria, Vlahovic e Rugani, ma l'uso del condizionale è obbligatorio e lo stesso Allegri ha già escluso la presenza di Pogba e Chiesa: si chiederanno insomma extra sforzi agli ormai soliti noti, compresi i giovani Miretti, Soulè e Fagioli, quest'ultimo sdoganato sabato a Lecce per necessità e rivelatosi subito decisivo.
Sta meglio, decisamente meglio, l'Inter. Che, oltre ad avere messo insieme una striscia di quattro successi di fila in campionato più due in Champions (con anche il pareggio al Nou Camp contro il Barcellona), ha anche mostrato un gioco degno di tal nome e trovato un assetto capace di ovviare all'assenza di Brozovic, comunque dato sulla via del recupero: il terzetto composto da Barella (cinque reti finora in campionato, come se fosse un attaccante di ottimo livello), Calhanoglu e Mkhitaryan macina calcio di prima qualità e i risultati si vedono. In più, Lautaro Martinez è tornato a fare il Toro anche quando non segna e Dzeko rinato rispetto alla versione sbiadita della passata stagione - ha sostituito Lukaku nel migliore dei modi.
A proposito del belga, contro la Samp ha disputato quasi mezz'ora e non è detto che allo Stadium non possa cominciare dal primo minuto: al contrario di Allegri, Inzaghi potrebbe essere alle prese con problemi di abbondanza e con una settimana da gestire quasi in serenità visto che il passaggio agli ottavi di Champions è già stato festeggiato. A oggi, insomma, l'Inter pare diversi gradini più su rispetto alla Juve: domenica sera, chissà.
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