nostro inviato a Firenze
L'Inter trova in fondo alla sua calza il carbone. Un gol in pieno recupero di Giovanni Simeone risponde a quello di Mauro Icardi. E' un tango triste quello dei due argentini perché non dà la scossa alle rispettive squadre che non svoltano all'inizio del nuovo anno. E soprattutto l'Inter va alla pausa invernale con in bocca il sapore amaro della crisi perché non si mette alle spalle il mese di dicembre da incubo. Nonostante Mauro Icardi, che aveva confermato la sua legge contro la Fiorentina: dieci partite in maglia nerazzurra contro i viola e dieci gol. Ma il Franchi, dove l'Inter non vince da quattro anni, resta tabù proprio quando la squadra di Luciano Spalletti sembrava ormai avere la vittoria in tasca. Grazie anche alle parate di Handanovic, decisivo in almeno tre occasioni e per questo alla fine il risultato è giusto. Anche se Borja Valero e Candreva hanno avuto l'occasione per chiuderla.
Ma il pareggio è figlio di una partita in cui Icardi e compagni hanno confermato tutte le difficoltà del momento. Spalletti alla vigilia aveva detto di non voler rischiare, ma migliorare. Ci prova: la mossa è Joao Mario per l'esausto Candreva. E' vero non è un rischio, più giusto chiamarlo azzardo. Perché con il portoghese, se nessuna grande in Europa per ora prende in considerazione di scambiarlo con un proprio giocatore un motivo ci sarà, l'Inter per lunghi tratti sembra giocare con un uomo in meno.
I nerazzurri in avvio sono quelli dell'ultimo mese: apatici, nel senso che non lasciano emozioni sul campo. Squadra che non sembra vedere l'ora di andare in vacanza, arrivata scarica alla pausa dopo un mese di dicembre da dimenticare. E se la distrazione è il mercato, come fatto capire dall'allenatore, per i nerazzurri diventa ancora più grave. Spalletti per scuotere i suoi dopo venti minuti esce di una ventina di metri dalla sua area tecnica. Per un tempo la partita la fa la Fiorentina che ha l'unico demerito di non centrare mai la porta perché le occasioni capitano sui piedi sballati di Thereau e Simeone: per rendere l'idea il figlio del Cholo va vicinissimo al centro solo quando la palla gli carambola addosso dopo appena due minuti. Fiorentina che si conferma squadra quadrata, magari non bella, l'ultimo ko in campionato risale a due mesi fa esatti e nelle ultime sette gare ha subito appena tre gol. La mano dell'ex allenatore nerazzurro Pioli, si vede.
Così la Viola è una sorta di montagna per l'Inter che invece di rete ne ha fatta una negli ultimi seicento minuti giocati. Hai voglia a non piangerti addosso «perché chi lo fa non vince», Spalletti dixit. Solo Icardi lo ascolta alla lettera e, dopo aver capito che lo spogliatoio invece non aveva ascoltato le sue di parole per trovare la via del gol, decide di pensarci ancora una volta lui. Sulla punizione di Cancelo il capitano brucia la linea difensiva viola e dopo la respinta di Sportiello sul primo tentativo di testa è letale nel ribadire in rete di destro. Parlare di vantaggio casuale sarebbe ingiusto, ma è anche la logica conseguenza contro una Fiorentina a cui resta sempre il colpo in canna. Anche per merito di Handanovic che subito dopo il vantaggio vola a deviare la punizione di Biraghi. E il portiere si trova per caso anche sulla traiettoria quando Skriniar con una svirgolata decide di tirare nella sua porta.
Tutta sua invece la parata sulla rovesciata di Babacar. Ma Handanovic nulla può sulla botta ravvicinata di Simeone. Per l'Inter il pari subito nel recupero è un botta: l'unica cosa positiva è che finalmente arriva la pausa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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