Nostro inviato a Monza
È l'uomo solo al comando. Il neo presidente ferrarista John Elkann e il neo ad Louis Camilleri sono ancora in rodaggio. Entrambi ieri presenti, entrambi ieri sconfitti. Per cui il team principal Maurizio Arrivabene si ritrova per la prima volta da solo a gestire uno sprofondo rosso nel Gp di casa. «È una follia pensare di dare ordini di scuderia alla partenza...» spiega mentre cammina verso il briefing con tecnici e piloti. «Voi non ci siete alle riunioni pre gara, quando raccomando di non ostacolarsi. Per la verità dico di non fare cagate... E se guardiamo la prima curva, non hanno commesso alcuna sciocchezza...».
Oddio, Raikkonen ha tirato la staccata a ruote fumanti a Seb.
«È nella curva dopo che succede qualcosa, quando il fondo della macchina di Kimi tocca, lui rallenta e Seb si sposta per non colpirlo. Aprendo a Hamilton».
Un ordine di scuderia ci stava nel Gp di casa e con il mondiale da scalare.
«Lo dai dopo, ma non abbiamo avuto il tempo per farlo».
Però la Mercedes ha messo Bottas al servizio di Lewis per tutta la gara.
«Quando è stato necessario farlo, penso al Gp di Ungheria dello scorso anno, l'abbiamo impartito. Credo che certe cose vadano fatte con eleganza».
Elegante il messaggio radio Mercedes ai piloti per l'arrivo in parata.
«Quella è stata una caduta di stile, non un ordine di scuderia. Ma nello sport ci sta. Vale tutto per mettere in difficoltà gli avversari».
Hamilton ha detto di essere rimasto sorpreso per come Vettel si sia spostato all'esterno nella prima chicane e a sinistra nella seconda. In entrambi i casi scoprendo il fianco al suo attacco.
«Prima di ogni gara, per stabilire le strategie, guardiamo decine di video... Dopodiché, il volante ce l'hanno in mano loro. A me ciò che interessava è che non sfondassero le macchine alla prima curva. Cosa che non è successa».
Quasi.
«La dinamica l'ho spiegata. E noi assumiamo piloti non maggiordomi (chiara l'allusione a Bottas, ndr)».
A proposito di piloti da assumere. Stabilito l'errore di Vettel, la partenza di Raikkonen è parsa quella di un pilota libero di far quel che vuole.
«Non è così. Quanto a Sebastian, io non giudico e faccio pagelle. Anche noi in Belgio abbiamo fatto casotto e complicato la gara di Kimi. A volte sbagliamo noi, a volte loro. A me interessa che quest'anno la nostra macchina sia fortissima. E ne ho la certezza».
Ma così ai tifosi fa ancora più rabbia.
«Vogliamo parlare di sfiga? Di nuvolette? Per tre Gp ci ha seguito la nuvola di Fantozzi... Anche questo conta. Poi, certo, il bagnato c'è per tutti. E allora ci si deve migliorare. Come team non siamo così abituati a vincere sempre... Però, vedrete, ci arriveremo».
Intanto Hamilton scappa...
«Sono nel Circus da 30 anni. Ho visto campionati che parevano andati, vinti all'ultima gara... Sapete che cosa conta più di tutto? L'affidabilità. Non ritirarsi. Non mettere la macchina sulla ghiaia».
Squadra giovane dice, ma piloti campioni ed esperti, eppure non sembrano più fare squadra.
«Da fuori penserei lo stesso. Non è così».
Però, fra tutti, cinque errori in 13 Gp.
«Conta che ognuno impari dagli sbagli e chieda scusa. Vettel l'ha fatto».
E il rinnovo di Kimi che slitta quanto influisce?
«Zero. Non avrebbe fatto la pole...».
E i rapporti fra i due?
«Non sono fidanzati».
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