Occhi della tigre e araba fenice che rinasce. L'Italia delle Paralimpiadi ha in sé concetti di questo genere dal sapor in apparenza retorico perché di pura verità. Bebe Vio ne sa qualcosa. Lei che, oro e argento nel fioretto femminile (individuale e a squadre), ha vissuto un avvicinamento ai Giochi tra dubbi e incertezze. «Se qualche settimana fa mi avessero detto "A Tokyo vincerai due medaglie" mi sarei messa a ridere. Venivo da un anno di alti e bassi. Il grave infortunio al gomito a settembre dell'anno scorso, dolorosissimo. I lunghi mesi di riabilitazione. Finalmente stavo meglio. Poi ad inizio anno il crollo: infezione da stafilococco aureo. Ero messa proprio male e quando mi hanno detto "se l'infezione è arrivata all'osso dobbiamo amputare l'arto" mi è crollato il mondo addosso. Poi l'operazione, l'infezione debellata, le settimane chiusa in ospedale e quando siamo usciti mancavano 119 giorni alla Paralimpiade. Passione, coesione, lavoro, fatica. Così in pochi mesi siamo riusciti a conquistarci le medaglie. Mi hanno salvata le persone... Ed è a loro che devo queste vittorie», le parole sentite della campionessa veneta.
Un viso d'angelo che ha in sé la tempra di una tigre, come quello di Arjola Trimi. L'azzurra, dimenticandosi di una spalla sofferente da giorni, ha dato il via alle danze nel nuoto: dopo l'oro nei 50 dorso S3 è arrivato il secondo centro nei 100 sl S3. Un dominio assoluto a sfiorare il primato del mondo. Nazionale che tra le corsie ha portato a casa un altro successo assoluto firmato da Carlotta Gilli. La piemontese alla quinta finale disputata ha conquistato la quinta medaglia personale nei 200 misti SM13, con record del mondo annesso (2'2144). A completare il quadro la 4x100 sl uomini argento con il primato europeo (3'4589). I numeri parlano chiaro e l'Italia è la seconda potenza in vasca alle spalle solo della Cina con 9 ori, 9 argenti e 5 bronzi. Giornata corredata da altri quattro podi e il totale è 10 ori, 11 argenti e 13 bronzi, eguagliando il numero dorato delle Olimpiadi. A dare un contributo alla causa ci ha pensato Andrea Liverani, bronzo nel misto carabina 10m standing SH2, riportando il tiro a segno a medaglia dopo 25 anni.
Poi l'atletica con Oney Tapia che nel peso ha ottenuto il bronzo in una specialità non sua in attesa del lancio del disco. Una gara fatta per rompere il ghiaccio, ma per Oney l'entusiasmo è stato incontenibile, tanto che si è reso protagonista di un vero e proprio show nel corso dell'intervista successiva all'exploit. «Ragazzi credeteci, uno su mille ce la fa», canta il 45enne italocubano che nel 2017 aveva vinto lo show «Ballando con le stelle». Sara Morganti si è concessa il bis di bronzo nel freestyle di Grado I di equitazione.
L'amazzone toscana, già terza a questi Giochi nell'Individual Test scrivendo la storia degli sport equestri del Bel Paese, ha colpito per classe e leggiadria. Bersaglio centrato anche da Maria Andrea Virgilio nel compound open di tiro con l'arco, con un bronzo dal valore notevole. Un'Italia vincente e poliedrica, dunque, pronta ancora a stupire.
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