"Il sorriso perso, i guai che non dimentico. E così cerco la calma"

Il campione tra caso doping e vittorie: "Provo comunque a godermela"

"Il sorriso perso, i guai che non dimentico. E così cerco la calma"
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La forza della mente. Non solo dritto, rovescio o servizio, ma il segreto dei successi di Jannik Sinner risiede in quello che ha in testa. Considerazioni e idee al termine di una finale a Shanghai in cui l'altoatesino ha conquistato il suo terzo titolo Masters1000 della stagione, il quarto della carriera, portando a sette i titoli di quest'annata e festeggiando così la matematica certezza di concludere l'anno in vetta alla classifica mondiale. La terza vittoria consecutiva contro Novak Djokovic, il primo a concretizzare un riscontro di questo genere da Rafa Nadal nel 2013, parte proprio dalla forza psicologica. La capacità di riuscire a estraniarsi da tutto e da tutti quando gioca, ricercando il continuo miglioramento. Un modo per vincere e accettare quello che non si può controllare, come il procedimento del TAS per la doppia positività accidentale al Clostebol.

«Quest'anno avevo un po' perso il sorriso per via dei problemi fuori dal campo e a volte mi tornano in testa, ma cerco comunque di godermela come meglio posso. Cerco di rimanere molto calmo e non crearmi problemi se sbaglio qualche colpo o mi gira male, restando lì con la migliore energia. Provo a controllare quello che posso, di sicuro l'aspetto mentale e anche quello fisico». In altre parole, non sono tutte rose e fiori nel pianeta Jannik: «La gente pensa che, se vinci e hai successo, non hai alcun problema, ma non è vero. Vorrei non essere in questa situazione, giocare più liberamente sul campo e divertirmi un po' di più. Però devo accettarlo, provare a non pensarci e concentrarmi su ciò che faccio. Ovvio, a volte ci penso e non è la parte migliore, però ho imparato che il successo non mi cambierà come persona o come giocatore: al prossimo torneo potrò arrivare ancora in fondo o perdere al primo turno, ma ciò non mi cambierà. Per questo sono contento delle persone che mi circondano, mi conoscono molto bene, sanno chi sono; io so di chi fidarmi e questo è molto importante. Tutto quello che raggiungo in campo è semplicemente un extra». Le vittorie conseguenze di un processo di crescita in cui la sfida è contro se stesso, più che con Djokovic o Carlos Alcaraz, presente quest'ultimo insieme al suo coach Juan Carlos Ferrero e a Roger Federer in tribuna ieri. Un parterre di n° 1 mica da ridere: «La loro presenza ha contribuito a creare un'atmosfera fantastica. Affrontare Novak in finale è sempre complicato. Ma la stagione non è ancora finita».

Già, ci saranno da giocare l'ultimo 1000 a Bercy, le ATP Finals e le Finali di Coppa Davis, ma già dal 16 al 19 ottobre Sinner sarà protagonista con Alcaraz, Djokovic, Rafa Nadal, Daniil Medvedev e Holger Rune

di una ricchissima esibizione a Riad (Arabia Saudita), il Six King Slam, con 6 milioni di dollari al vincitore e 1,5 milioni per la semplice partecipazione. I soldi non daranno la felicità, ma non ci si sputa certo sopra.

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