Toro inguardabile. E panchina di Giampaolo sempre più in bilico. Nemmeno contro lo Spezia, costretto a giocare per ottantasette minuti in dieci contro undici (rosso diretto a Vignali all'8' più il tempo di recupero), i granata sono riusciti a ottenere i tre punti: la classifica si fa sempre più deficitaria e davvero non si vede come questa squadra possa recuperare il terreno fin qui perduto.
Contro i liguri, eccezion fatta per gli ultimi dieci minuti, Belotti e compagni hanno giocato un match anonimo e privo di mordente: il palo scheggiato nel finale da Ansaldi e una conclusione di testa del Gallo in pieno recupero, se avessero portato al gol, avrebbero comunque rappresentato un premio eccessivo per una squadra che pare non credere più a quello che propone. Né il problema è il modulo di gioco: il passaggio dal 3-5-2 iniziale al 4-3-1-2 non ha portato alcun giovamento, semplicemente perché gli interpreti sono quello che sono. In sintesi: non all'altezza della massima serie. Buon per lo Spezia, che ha disputato una gara ordinata e propositiva nonostante l'uomo in meno: Piccoli e Gyasi hanno sfiorato la rete nel primo tempo, mentre nella ripresa è toccato a Marchizza andare vicino al vantaggio. Per la cronaca: già a Napoli, in dieci contro undici, la squadra di Italiano si era comportata benissimo, addirittura vincendo. Identità di squadra e giocatori al top fisicamente: la salvezza è tutt'altro che irraggiungibile.
Tornando al Toro, la palla passa adesso a Cairo:
in caso di siluramento di Giampaolo, i nomi più caldi restano quelli di Davide Nicola e Moreno Longo. Aspettando anche novità dal mercato, magari: per adesso il solo movimento ha riguardato la cessione di Meité al Milan.
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