Nel mondo del calcio il 10 non ha bisogno di presentazioni: è il numero dei campioni che hanno incantato ed emozionato generazioni di tifosi. E nonostante a volte sia finito anche a gente non proprio all'altezza, il 10 continua a mantenere la sua aura sacra e a scrivere la storia di questo sport.
Il prossimo capitolo sarà su Euro2020, dove i 10 sono protagonisti, a partire dal nostro Lorenzo Insigne. E per un napoletano questo numero ha un peso specifico ancor maggiore, perché era, è e sarà per sempre quello di Maradona, il dieci per antonomasia. Lorenzo, a Napoli, non ci pensa minimamente a indossarlo, ma con la nazionale è diverso. «Ho una grossa responsabilità ad averlo ma non voglio mettermi pressione addosso» ha spiegato, a conferma della sua maturazione che l'ha portato a diventare leader tecnico e punto di riferimento per lo spogliatoio azzurro.
Ma anche il destino di altre squadre passa per i piedi dei loro numero 10. Su tutti Raheem Sterling, che sta trascinando l'Inghilterra. Per il giocatore del City è l'avverarsi del sogno di una vita: sul braccio ha infatti tatuato un bambino con la maglia numero 10 dei Tre Leoni che guarda Wembley. Oggi quel bimbo è cresciuto e il futuro dell'Inghilterra dipende da lui. Altra nazionale, altro 10 fortissimo, anzi, il più forte di tutti: Kylian Mbappé. Al Psg lo lascia a Neymar, ma con la Francia non ci pensa proprio: uno come lui, del resto, non può che indossare quel numero. Lo stesso per Luka Modric, anima della Croazia che a quasi 36 anni è ancora decisivo con la sua classe. E oltre al centrocampista del Real, c'è un altro vecchietto con la 10 che, sebbene per lui il torneo sia già finito, non dimenticherà mai queste settimane: Goran Pandev ha condotto la sua Macedonia del Nord per la prima volta ad un Europeo, ha segnato e ha salutato la sua Nazionale come meglio non avrebbe potuto. Tutti questi sono poi in buona compagnia, perché sono parecchi i 10 che stanno facendo davvero molto bene, come Forsberg della Svezia, Schick della Repubblica Ceca e Depay dell'Olanda.
Ma a prescindere da come finirà, questo Europeo sarà senza dubbio legato al numero 10 di Christian Eriksen.
La sua maglia gigante che entra al Parken Stadium di Copenaghen rimarrà uno dei fotogrammi più belli di una storia che avrebbe potuto avere un finale ben diverso. E, anche se Christian questo torneo di fatto non l'ha giocato, ha comunque vinto.
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