Stop di 4 anni per Battaglino. Ma è differente dal caso Jannik

Confermata la condanna al giocatore numero 760 al mondo che non è riuscito a rintracciare il massaggiatore che dice di avergli trasmesso il doping due anni fa in Marocco durante un trattamento

Stop di 4 anni per Battaglino. Ma è differente dal caso Jannik
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Daria Kasatkina è una tennista russa che ha un allenatore italiano e ha fatto scalpore per aver rivelato un grande segreto: «Lui mi ha detto che è al corrente di altri due giocatori del suo Paese trovati positivi al Clostebol. Chissà perché ce ne sono tanti in Italia, comunque io non so chi siano, so solo che sono un uomo e una donna». Un'accusa precisa insomma, buttata lì tanto per far confusione in un momento in cui ci vorrebbe meno caos. In ogni caso Daria a parole difende Sinner, e meno male, per cui possiamo anche dirle che quei due nomi sono probabilmente noti, e che soprattutto la vicenda di Stefano Battaglino, a cui il Tas di Losanna ha confermato ieri la condanna a 4 anni di squalifica per aver utilizzato la famigerata pomata, ha dei contorni chiarissimi. Naturalmente per chi li vuol vedere.

Insomma, niente di misterioso: il giocatore numero 760 al mondo (lo scorso luglio) non è riuscito a rintracciare il massaggiatore che dice di avergli trasmesso il doping due anni fa in Marocco durante un trattamento. Il panel del tribunale di Losanna in udienza ha ritenuto che le sue argomentazioni non soddisfacevano lo standard necessario per annullare o ridurre la sanzione inflitta dall'ITIU. Ovvero: il giocatore non è riuscito a provare che la violazione fosse accidentale. La questione è tutta qui: non ci sono prove, le stesse invece che hanno portato invece Massimo Bortolotti e Matilde Paoletti (ecco la donna) ad essere assolti com'è successo a Jannik. Insomma: nessun mistero, in attesa che la Wada decida di rinunciare definitivamente all'appello contro il numero uno del mondo, cosa che al momento appare quasi certa (c'è tempo fino a fine mese).

Resta invece da capire se il Clostebol alla fine sia davvero una sostanza dopante (la maggior parte dei farmacologi sostengono di no), e magari da discutere come uniformare le procedure per tutti. Di questo, per il momento però non si parla.

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