Sochi Hirscher e Pinturault a caccia della loro prima medaglia olimpica, Ligety che cerca la prima in gigante, Svindal a casa in anticipo, Jansrud su una nuvola e Miller che non si accontenta di un bronzo
Sono così tanti i temi alla vigilia del gigante maschile, in programma domattina quando il tempo dovrebbe essersi rimesso al bello, che davvero non si sa da che parte cominciare. E se lo facessimo dagli italiani? Sono Manfred Moelgg, Davide Simoncelli, Roberto Nani e Luca De Aliprandini, con gli ultimi due esordienti e gli altri alla terza esperienza olimpica. L'Italia non vince una medaglia in gigante dal 1992: Tomba ad Albert(o)ville prese l'oro, bis di quello a Calgary quattro anni prima. Se guardiamo ai risultati della stagione, Roberto Nani è quello con maggiori possibilità, Moelgg però è l'uomo dei grandi eventi, agli ultimi mondiali fu bronzo battuto solo da Ligety e Hirscher, ma quella di Schladming certo era un'altra pista, ripida e ghiacciata, esattamente il contrario di questa Rosa Khutur, inedita per tutti tranne che per gli statunitensi, che grazie ad un accordo fatto fra la federazione Usa e quella russa hanno potuto allenarcisi sopra una settimana intera lo scorso marzo (ufficialmente, poi, magari, chissà quante altre volte
). Ligety l'ha definita simile a quella di Beaver Creek, dove lui ha vinto, anzi dominato, quattro degli ultimi cinque giganti disputati, così come ha dominato l'ultima gara corsa in coppa a St. Moritz, lasciando Hirscher e Pinturault a oltre un secondo e mezzo e Roberto Nani, sesto, a più di tre.
Se ci fosse una giustizia, se lo sci fosse il nuoto o l'atletica, sport quasi esatti, Ligety avrebbe già l'oro al collo e con lui sul podio salirebbero Hirscher e Pinturault. Ma siccome lo sci non è uno sport esatto e questi giochi per ora non hanno fatto altro che dimostrarlo, allora prepariamoci a sorprese. Finora l'uomo di Sochi per lo sci alpino è Kjetil Jansrud, sì ancora più di Innerhofer, perché il norvegese ha vinto il superG e la discesa della supercombinata, chiusa al 4° posto, dopo essere stato anche bronzo nella vera discesa. Jansrud a Vancouver fu argento in gigante dietro a Carlo Janka, che nel frattempo si è un po' perso, e davanti a Svindal, arrivato qui come numero 1 di discesa e superG, rimasto a secco e che ieri ha mestamente abbandonato i Giochi per problemi di allergia e un non meglio precisato affaticamento. Attenzione dunque allo Svindal di riserva, Jansrud appunto, tanto più dopo che il suo allenatore Franz Gamper, altoatesino della Val d'Ultimo da anni in forze alla squadra norvegese, ha detto che «dal primo momento in cui ho visto e sciato su questa pista ho capito che era fatta apposta per esaltare le doti tecniche di Jansrud».
Che occhio! E Marcel Hirscher dove lo mettiamo? L'austriaco è arrivato a Sochi sabato pomeriggio con un volo privato da Salisburgo e finora si è visto all'opera soprattutto nella palestra del villaggio. Tensione? «Nulla potrà mai superare quella provata un anno fa ai mondiali di casa, dove presi l'argento in gigante e l'oro in slalom». Come dire, andrò in pista come per la gara del club. Beato lui
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