Sochi - Che gara folle il superG femminile! Come altro definire la strage che ha messo ko il 40% delle concorrenti? Delle prime 8 al via, solo una ha tagliato il traguardo. Quando Fabienne Suter, numero 9, è arrivata e si è vista al comando di una classifica "lunga" due concorrenti non credeva ai suoi occhi. E le altre? Cadute, scivolate, uscite Colpa della neve? O della tracciatura? O del fatto che all'olimpiade contano solo le prime tre e quindi non ci si risparmia? Sia come sia, alla fine la classifica premia tre grandi, nessuna sorpresa, solo molte delusioni, a cominciare da Lara Gut, che continua a fare di tutto per rendersi antipatica. Dopo il quarto posto di ieri, amaro certo perché era lei la favorita numero 1, non ha fatto nemmeno finta di essere contenta per la vincitrice Anna Fenninger, che definisce la sua migliore amica sul circuito. Alla faccia della bella amicizia! Vonn e Riesch al confronto erano rose e fiori! Lara ha attaccato tutto e tutti, dal tracciatore alla neve al caldo, come se qualcuno potesse fare qualcosa per ovviare al problema, come se le tre che l'hanno battuta, oltre a Fenninger, Hoefl-Riesch e Nicole Hosp, fossero scese su un'altra pista. Bisogna sapere perdere! Questo dovrebbero insegnare alla ticinese, non alle nostre che purtroppo ieri han saputo perdere fin troppo signorilmente.
Dada Merighetti è stata fra le vittime della strage iniziale, Francesca Marsaglia l'ha imitata più tardi, nessuna delle due era in lizza per un posto fra le dieci, guadagnato invece al pelo, decima, da Nadia Fanchini, che si spera riesca a riprendersi moralmente per la gara di gigante, se no tanto varrebbe starsene al villaggio. Nadia non ha cercato scuse, ha solo ammesso che «non va, mi manca la convinzione, ho la testa piena di pensieri che mi bloccano e non riesco a liberarmene». Quanto a Verena Stuffer, non si dà pace per i troppi errori: «Che occasione buttata! Dalla ricognizione non sembrava così difficile, solo la neve era scivolosa, oggi credo che la gara sia stata bella solo per gli spettatori, con questo caldo, come si fa?». A chi si chiede come sia possibile che una decina di atlete, alcune anche molto esperte, sbaglino nello stesso modo, risponde Julia Mancuso: «È un errore guardare le altre, ognuno dovrebbe gestirsi la gara in base alla sua ricognizione, quando sai che c'è un problema ti fai condizionare, io ho iniziato a frenare due porte prima del punto chiave ed ecco dove sono finita». Ottava, delusissima. SuperG uomini anticipato di un'ora, è partito alle 10 locali, le 7 in Italia.
Innerhofer andava a caccia del tris con animo altruista, la sua speranza infatti era che una medaglia stavolta la prendesse Werner Heel: «Del nostro gruppo è l'unico che non è mai salito sul podio a un grande evento: lo meriterebbe».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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