Superlega, altro che morta. La nuova sfida è "Unify"

A22 Sports Management presenta un format bis più "inclusivo" per mettere all'angolo Ceferin

Superlega, altro che morta. La nuova sfida è "Unify"
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Morta una Superlega, se ne fa un'altra. Solo che con quei crismi a cui ora neanche Uefa e Fifa, dopo le sentenze della Corte di giustizia europea, possono dire di no.

È la nuova Unify League, il cui progetto è stato presentato ieri da A22 Sports Management, l'agenzia che aveva portato avanti l'originaria proposta. E che ora chiede proprio a Uefa e Fifa l'ok alla nuova competizione: una mossa che assomiglia tanto a uno 0-2 di quando il gol in trasferta valeva doppio. La partita non è chiusa, ma insomma. Perché era un anno fa di questi tempi che la Corte Ue segnava la svolta, con la certificazione delle posizioni dominanti proprio dei due organismi di controllo del calcio europeo e mondiale: «Qualsiasi competizione, la cui qualificazione sia inclusiva, meritocratica e compatibile con il calendario complessivo, può essere avviata», era stato sentenziato. Detto, fatto.

Il nuovo progetto che si contrappone ai nuovi format di Champions, Europa e Conference League va oltre l'idea originale di Superlega, quando si parlava di torneo chiuso con 15 club fissi e altri 5 ammessi a invito. La novità sta proprio nella modalità di accesso, basata sulla classifica dei campionati nazionali, per cui le 96 società saranno divise in 4 leghe: Star League (le migliori 16 di ogni campionato nazionale, in 2 gironi e con partite di andata e ritorno, altro segno distintivo rispetto al girone unico), Gold League (altre 16), con poi Blue League e Union League a 32 partecipanti ciascuna.

Nel progetto originale di Superlega del 2021 la necessità fu anche nelle casse dei club svuotate da stadi deserti in pandemia, questa volta il beneficio economico è innanzitutto degli utenti, con una piattaforma streaming Unify che consentirà di vedere le partite in diretta in forma gratuita. Certo, da qui a mettere tutti d'accordo ne passa: è un «modello televisivo che favorisce solo i grandi club», è il parere di Javier Tebas, presidente della Liga. Che ricorda come in principio furono 12 squadre promotrici (Juve, Inter e Milan con Arsenal, Chelsea, Liverpool, Tottenham, le due di Manchester, Barcellona, poi Atletico e Real Madrid) a scontrarsi con le minacce di squalifiche dell'Uefa, che portarono City e poi le altre a tirare i remi in barca.

Solo Juve, Real e Barcellona proseguirono nonostante il contemporaneo no di Fifa e governi europei finché anche la Juve, alle prese con i processi plusvalenze, ammainò le vele. In tempo per veder varare la nuova super Champions a 36 prendere avvio nella stagione in corso e per dire oggi che la morte in culla della Superlega fu però per la Uefa una vittoria di Pirro.

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