Oggi è un giorno importante per la Juventus ma triste per il calcio italiano ed europeo dato che ricorre il 36esimo anniversario della strage dell'Heysel di Bruxelles dove persero la vita 39 persone, di cui 32 tifosi bianconeri, e ne rimasero ferite oltre 600. Stefano Tacconi faceva parte di quella Juventus che vinse in finale contro il Liverpool e in esclusiva per ilgiornale.it, l'ex estremo difensore della Vecchia Signora ha toccato diversi argomenti tra cui quella finale insanguinata di Coppa dei campioni ma anche di attualità con Allegri, Simone Inzaghi e molto altro ancora:
Tacconi, oggi ricorre un anniversario agrodolce per la Juventus: la vittoria della coppa campioni nella strage dell'Heysel. Cosa ricorda di quei momenti?
"Ovviamente ricordo tutto. Noi abbiamo dovuto giocare per forza quella partita nonotsante fossero morte tante persone. L’importante è che si ricordi non la partita ma le 39 persone che non ce l'hanno fatta. Non è normale andare a tifare per la tua squadra del cuore e tornare a casa in una bara. Nel calcio non può succedere una cosa del genere, non si può essere felici dopo che succede una cosa del genere anche se hai vinto la coppa dei campioni".
Quando avete saputo delle vittime?
"Noi abbiamo saputo dei 39 morti solo dopo mezzanotte. All'inizio sapevamo che fossero solo 1-2 rimasti schiacciati. Dopo ci siamo resi conto della portata e della drammaticità della faccend. Il giorno dopo io e Platini siamo andati all’ospedale a incontrare i tifosi della Juventus rimasti feriti e nonostante tutto vedevamo la gioia nei loro occhi per la conquista della coppa dei campioni. Purtroppo questa tragedia fa parte della storia ed è importante non dimenticare le persone che sono morte, sarebbe brutto se si ricordasse solo la vittoria della coppa e non quella brutta tragedia".
Tornando all'attualità: la convice il ritorno alla Juventus di Allegri?
"Io speravo in Zidane sinceramente. Di solito le minestre riscaldate non mi piacciono però visto che Trapattoni e Lippi è andata poi bene vediamo cosa succederà (sorride; ndr)".
Si parla di stagione negativa e addirittura fallimentare della Juventus: è d'accordo?
"E le altre allora cosa devono dire? Sono disperate! (Ride; ndr) Vinci due coppe, arrivi in Champions League con un allenatore inesperto. Chiaro che la Juventus vuole sempre il massimo ma non è fallimentare come stagione".
Anche Paratici ha salutato la compagnia: giusto così dopo gli errori commessi negli ultimi due anni?
"Alla Juventus è normale che quando sbagli poi alla fine paghi. Ovviamente non può essere Agnelli a pagare, dunque... Poi oltre agli errori non sappiamo cosa c’è dietro, quando c’è un divorzio c’è sempre qualcosa che non è andata e a pagare questa volta è stato Paratici".
Si aspettava invece l'addio di Conte all'Inter?
"Sì, io l’ho sempre detto che Conte è fatto così, lo conosco molto bene. Anche alla Juventus andò via in pieno ritiro, lui vince e dunque pretende, comanda. Se non ci sono le condizioni per andare avanti in una certa maniera lui va, è normale sia così con Antonio"
Inzaghi come erede la convince?
“A me piace molto Simone Inzaghi, lo vedevo molto bene anche alla Juventus perché è uno che sa di calcio, ha esperienza, mette giù le squadre molto bene econdo me non farà male. Dopo la Juventus è la Lazio che ha vinto di più in Italia negli ultimi dieci anni. Lui sa valorizzare bene i giocatori, ha fatto la gavetta e merita tanto dunque. Dopo 22 anni alla Lazio ha deciso di cambiare e ion non lo vedo affatto come un traditore. Per Inzaghi era arrivato momento di scegliere se restare o andare a cercare di vincere qualcosa e penso abbia fatto bene".
L'anno prossimo vede un testa a testa Inter-Juventus per lo scudetto?
"Dopo quest’anno non so più cosa pensare perché ci sono troppe variabili di cui tenere conto. Il covid, se torna o meno il pubblico sugli spalti...Penso sia normale che con lo stadio pieno è tutto diverso dai, questo è un calcio diverso, quest’anno è andata così con tante preoccupazioni e problemi.
Devo dire che mi trovo d’accordo con l'Inter sull'idea di tagliare gli stipendi, è ora che qualcuno dica qualcosa perché mi sembra sia diventato tutto esagerato e non sostenibile per il mondo del calcio che rischia il collasso".
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