Al tavolo del n°1 Figc quanti assenti fra i colpevoli

Chi mancava alla conferenza di Gravina

Al tavolo  del n°1 Figc quanti assenti fra i colpevoli
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C'erano molte sedie vuote ieri nella conferenza di Gravina, numero uno del calcio, e per questo responsabile del disastro azzurro di Berlino. Non è l'unico. Mancavano i presidenti delle due leghe. Balata, presiede la B, qualche giorno fa ha eretto barriere fragili per scongiurare l'arrivo delle seconde squadre di A nel suo torneo prendendo spunto dalla presenza delle 3 under 23 di Juve, Milan e Atalanta in Lega-pro. Ignora che è l'unico mezzo per far crescere i talenti delle squadre primavera il cui salto in A sarebbe impossibile. Prova a difendere i club di B che hanno 300 spettatori a partita. Casini, Lega A, ha appena chiesto di liberalizzare il tesseramento degli extra-comunitari e ha fatto marcia indietro nel reclamare la riduzione degli organici (da 20 a 18 squadre) reclamata dai 4 big (Juve, Inter, Milan e Roma). L'altro obiettivo è quello di ottenere la stessa autonomia raggiunta dalla Premier senza chiedersi come mai la nazionale inglese è da tempo assente dal tabellone dei successi mondiali. È la conferma del loro egoismo miope coniugato con la voglia di mandare a casa Gravina.

Tra le sedie vuote c'erano anche quelle occupata da ds, agenti e familiari dei calciatori italiani i quali hanno una quotazione sproporzionata rispetto ai loro coetanei stranieri. Per un Calafiori inglese o francese chiederebbero quello che chiede il Bologna? Per Camarda, giovane talento milanista di 16 anni e mezzo, la prima cifra di stipendio fu di 1 milione di euro, poi ridotta a 800mila per l'opposizione di Ibra. Nessuno di «lor signori» - definizione cara a Fortebraccio corsivita della prima Unità - ha avuto il coraggio di spiegare la propria quota di responsabilità. Ultime due annotazioni: 1) questa Nazionale è stata il trionfo della mediocrità ma quella del 2016, guidata da Conte era persino inferiore (Eder e Pellè, in attacco, Florenzi e De Sciglio quinti).

La differenza, a volte, è scavata anche dal temperamento del tecnico; 2) Akanji, Ndoye, Vargas, Embolo, Duah e Xhaka sono tutti svizzeri con genitori stranieri. È cambiato il mondo ma da queste parti pochi se ne sono accorti.

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