Il sorriso amaro di Filippo Tortu, bronzo nei 200, quello splendido e splendente di Ahmed Abdelwahed, argento nei 3000 siepi davanti ad Osama Zoghlami che sul podio ringrazia il gemello Ala (7° alla fine) che gli ha aperto la strada nella battaglia finale.
Per Tortu l'ostacolo è sembrato subito troppo alto già in partenza quando Hughes, il caimano inglese di Anguilla che già aveva combattuto duramente con Jacobs sui 100, gli ha fatto capire che non avrebbe abdicato dal suo trono sui 200. I baffi del granatiere davanti all'altro inglese Mitchell Black che a Tokio aveva visto la schiena del nostro velocista. Per Tortu che ci riporta sul podio dove dominò Pietro Mennea terzo posto in 2027 due metri dietro Hughes (2007), 10 centesimi alle spalle dell'uomo che aveva beffato in Giappone per quel centesimo delle meraviglie.
Non era davvero giornata per il treno dorato dell'Italia. Al mattino la staffetta senza Filippo e senza Jacobs, zoppicante, era sta eliminata dal recupero dei turchi. Per Tortu una gara che in sesta corsia poteva essere il suo volo d'angelo, ma allo sparo si è visto subito che non avrebbe mai potuto prendere la volpe britannica. Ci è rimasto male, anche se poi alla fine sembrava consolarsi con questa medaglia che gli fa vedere mondi nuovi e forse il vero territorio dove nei prossimi due anni, fra mondiali ed Olimpiadi potrebbe davvero cercare l'oro che sognava in baviera dove era arrivato pensando di poter andare sotto i 20. Ci è quasi riuscito Hughes su una pista umida, in una serata non ideale per chi ha muscoli alla seta.
Diverso il viaggio sul podio dei due siepisti italiani di nuova generazione. Hanno dominato fino all'assalto finale del finlandese Raitanen che sul traguardo ha beffato in rimonta un Abdelwahed ben diverso da quello timoroso delle batterie. Centesimi a quota 8'22, tempi da gara tattica che i tre italiani hanno movimentato quando si andava troppo piano. Per la verità sono stati i due gemelli Zoghlami allenati da Gaspare Polizzi, il grande guru nell'apoteosi europea e mondiale di Salvatore Antibo, a scatenare la guerra sulla riviera e poi fra le barriere. Ala Zoghlami a sacrificarsi per Osama mentre Abdelwahed, origini egiziane, finanziere, ex cestista, buon studente colme confermano gli amici di Camerino che hanno tifato per lui a bordo pista, prendeva posizione per l'attacco finale senza accorgersi che il finlandese ne aveva di più. Per il mezzofondo giornata speciale anche dopo aver visto arrivare in finale negli 800 l'anconetano Barontini.
Oggi dopo la nona medaglia conquistata andremo a caccia del secondo oro con Stano nella
marcia, i 20 chilometri del suo regno olimpico. Sperando che anche la Tripletti possa trovare la sua gloria nella gara femminile. Per la staffetta veloce femminile e la 4x400 maschile speriamo che ci sia un sole diverso.
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